Quasi l’80% dei medici italiani ritiene di avere pazienti affetti da Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS). Lo rivela l’Osservatorio Internazionale della Salute (O.I.S.) che ha condotto un’indagine sui camici bianchi di diverse specializzazioni per rivelarne conoscenze, pareri e atteggiamenti in merito a questa grave ma ancora poco conosciuta patologia, di cui il russamento è la prima importante spia.
L’OSAS è caratterizzata dal temporaneo collasso di alcune strutture anatomiche della gola, evento che impedisce all’aria di entrare nei polmoni e provoca intermittenti riduzioni della quantità di ossigeno nel sangue. Ciò non ha solo conseguenze serie per la salute, che vanno dall’ipertensione arteriosa e, in pazienti predisposti, a patologie ischemiche cardiache (angina, infarto); la frammentazione del sonno che ne deriva, infatti, provoca una marcata riduzione della quantità di sonno REM e induce stanchezza e sonnolenza durante il giorno, al punto da mettere a repentaglio la sicurezza di chi guida. Secondo l’ACI (Automobile Club Italia), l’eccessiva sonnolenza è associata approssimativamente (come causa diretta o concausa) ad un quinto degli incidenti stradali ed è una delle principali cause di incidenti mortali in autostrada.
Secondo, inoltre, una ricerca condotta da Università di Genova, Ministero degli Interni, Istituto Superiore di Sanità e altre istituzioni sanitarie, pubblicata sulla rivista Chronic Respiratory Disease, l’OSAS provoca in media ogni anno circa il 7% degli incidenti stradali con morti e feriti, causando oltre 200 decessi e 12mila lesionati. Non a caso, con la Direttiva Europea 2014/85/UE del 1° luglio 2014 (recepita in Italia solo quest’anno attraverso il Decreto attuativo del Ministero della Salute del febbraio 2016, successivo al Decreto dei Trasporti del 2015) relativa alle nuove norme da seguire per il rilascio della patente di guida, si impongono significative restrizioni a chi soffre della sindrome delle apnee ostruttive del sonno.
I RISCHI DELL’OSAS – L’84% degli intervistati ritiene che le apnee ostruttive rappresentino un rischio molto elevato per la salute di chi ne è affetto e l’83% teme che in Italia ci sia una scarsa consapevolezza circa la portata di questa patologia in termini di sicurezza. Tuttavia, per il 16% dei rispondenti, la gravità dell’OSAS è spesso sopravvalutata. Si tratta di una percentuale tutto sommato contenuta, ma che fa luce sulla necessità di una migliore informazione sulle conseguenze dell’OSAS per la salute e la sicurezza. Per quanto riguarda le nuove disposizioni che restringono l’autorizzazione alla guida per i soggetti affetti da OSAS, la maggior parte dei medici (63%) si dichiara al corrente, ma sono molti di meno coloro che le conoscono in modo specifico (19%); l’11% degli otorinolaringoiatri e il 18% degli altri medici ignora del tutto la misura.
DIFFUSIONE DELLA SINDROME E CURE – Il 78% dei medici intervistati indica di avere pazienti che soffrono di apnee ostruttive. Circa il 75% dei medici dichiara di seguire da 1 a 15 pazienti con apnee notturne. Per le diagnosi e il follow-up dell’OSAS, l’84,1% degli intervistati si affida a specialisti. Solo il 17% ritiene di poter effettuare la diagnosi e il follow-up da solo. L’80,7% dei rispondenti ritiene opportuno rivolgersi ai centri specializzati per la diagnosi e la cura dell’OSAS. Tuttavia, quasi il 15% non conosce centri specializzati verso i quali indirizzare i propri pazienti.
COME SI ACCERTA L’OSAS – La stragrande maggioranza dei medici che ha almeno un paziente che soffre di OSAS ha prescritto una polisonnografia: il 93%. Il 20,2% l’ha fatta effettuare con un ricovero in ospedale, il 38% tramite un ambulatorio, il 42% in un centro specializzato. Il 36,3% dichiara che i pazienti l’hanno eseguita con un apparecchio per uno studio domiciliare ricevuto da un ambulatorio, mentre solo il 19,3% dei medici riferisce che l’analisi è stata condotta in ospedale, con un ricovero ordinario. I medici di medicina generale sono quelli che più frequentemente (45,7%) prescrivono una polisonnografia, che viene effettuata in un centro specialistico mentre gli otorinolaringoiatri quelli per i quali questi accertamenti sono effettuati più frequentemente (55,8%) in ambulatorio. Poco più di un quarto dei medici di medicina generale e degli otorinolaringoiatri (circa il 26%) hanno prescritto una polisonnografia che è stata effettuata in ospedale.
L’INDAGINE – La rilevazione è stata condotta nel mese di ottobre 2016 tra medici di varia specializzazione, attraverso un questionario autosomministrato via web. Il campione (813 unità) è composto da donne per il 33,9% e si distribuisce sul territorio per il 40% nel Nord, per il 22% nel Centro, per il 38% nel Sud. Le specializzazioni coinvolte nell’indagine sono medicina generale (42%), odontoiatria (15,1%), otorinolaringoiatria (12,8%) e neurologia (10,8%). Le altre specializzazioni coprono il restante 20% circa.