Qualche giorno fa la Regione Lazio ha lanciato la campagna denominata «il latte non fa male, serve a tutte le età». Con un accordo che vede per la prima volta insieme produttori di latte, industrie della trasformazione e organizzazioni professionali agricole, prende il via la “Filiera del latte del Lazio”. Un progetto per promuovere l’industria regionale e informare il consumatore in merito alla qualità del prodotto “made in Lazio”.
Ma c’è anche chi punta su marchi storici e sulla qualità con nuove forme di marketing e distribuzione, inusitate nel nostro Paese.
Uno di questi è l’imprenditore Luca Pomponi che abbiamo incontrato per farci spiegare l’iniziativa che verrà promossa entro l’estate.
«L’idea mi è venuta quando ho deciso di rivitalizzare un marchio del Lazio che ormai ha 100 anni di storia così sono entrato in società con Nello Nataloni che gestisce un marchio di tradizione centenaria e che oggi produce anche una serie di prodotti caseari».
Quale sarebbe secondo lei l’idea vincente?
« Ho pensato a una diversa modalità di distribuzione al di fuori dalla grande distribuzione che tutto omologa e non esalta la qualità del prodotto. E allora, ho pensato, perché non portare il prodotto direttamente al consumatore della Capitale?».
Se ho ben capito lei si riferisce al modello americano che si vede in tanta produzione cinematografica, la bottiglia di latte davanti alla porta di casa.
« Qualcosa del genere, ma il mio obiettivo è di coprire tutta Roma e la sua provincia con particolare riguardo alle grandi periferie urbane. con una organizzazione porta a porta e l’offerta di un prodotto garantito che io voglio rivitalizzare».
Non ci sembra una operazione così semplice.
«Apparentemente no e richiede una azione di marketing e di promozione molto mirata, intanto per far conoscere il prodotto e poi per convincere il consumatore della comodità di questo servizio».
Come intende Luca Pomponi far conoscere questa sua iniziativa?
«Nei prossimi mesi organizzeremo dei punti di distribuzione gratuita del latte Nataloni per farne conoscere le qualità che, le assicuro, è di vera eccellenza. Completata questa prima operazione promozionale dovremo individuare le aree della potenziale richiesta. Poi indicheremo modalità e orari di consegna. La prenotazione del servizio ,perché di questo si tratta, potrà avvenire anche cavalcando l’onda delle vendite on line che ormai pesano per miliardi di euro nel nostro paese».
Insomma, il cittadino avrà la sua bottiglia di latte davanti alla porta di casa di prima mattina.
«Se guardiamo, come diceva lei, ai film americani, mancherebbe anche il giornale, ma, scusi la battuta, i grandi quotidiani ci hanno pure provato ma purtroppo, in Italia la carta si vende poco e hanno preferito puntare sulla vendita delle copie elettroniche. Ma capisce bene che per gli alimenti è altra cosa, soprattutto quando hanno una scadenza».
Ormai la consegna a domicilio è una prassi anche della grande distribuzione.
«Certo, ma lei sceglie magari on line, oppure si reca ai banchi del supermercato, paga e poi avviene la consegna in tempi più o meno rapidi. Noi vogliamo invece costruire una rete capillare, un servizio vero e proprio, che garantisce la consegna del prodotto con regolarità e secondo le esigenze del cliente».
Quali saranno allora le forme d’acquisto previste da Luca Pomponi?
«Stiamo definendo delle strategie per arrivare a un sorta di abbonamento con pagamenti differenziati, ma, come le dicevo, è prioritario definire le aree di vendita e distribuzione. Le faccio un esempio. Un servizio di questo genere viene offerto anche ai Parioli, ma pensi alla sua efficacia ad esempio a Tor Pagnotta o in certe aree del Laurentino dove a fatica arrivano i mezzi pubblici e gli acquisti vengono generalmente fatti a fine settimana al supermercato più vicino».
Come verrà confezionato il prodotto?
«Non le nascondo che la vecchia e cara bottiglia in vetro della nostra infanzia mi ha sempre affascinato e il problema del riciclo diviene sempre più pressante soprattutto in questa nostra area metropolitana. Per questo abbiamo puntato ancora sul vetro che viene reso e scalato sul prezzo di vendita. Ovviamente non sarà la bottiglia anonima dei tempi passati, ma ci stiamo studiando per valorizzare il brand».
Quindi il centenario latte Nataloni, oltre che buono, sarà ecologico.
«Ci adeguiamo con entusiasmo alla economia che oggi si ama definire “green”che se ci pensa bene, è un valore aggiunto ai prodotti di alta qualità che in parte la nostra azienda già produce. Ma la scommessa vera sta nel rapporto diretto il consumatore. Anzi per dirla con un termine in uso in tutte le grandi aziende, noi puntiamo alla “customer satisfaction”. Me lo faccia dire, tecniche di marketing nuove e avanzate anche per il latte che pure ha una storia di consumo millenaria».