Sono circa venti ragazze. Forse un po’ di più. Provengono da Paesi dell’est ma vivono sull’Ardeatina. Stanno lì quasi completamente nude. A coprirle solo un perizoma. E, a volte, un reggiseno. In quel tratto di strada che appartiene al Comune di Pomezia, tra una scuola e un centro sportivo che ospita i bambini per gli allenamenti di calcio, loro vendono i propri corpi, attirando i clienti con balletti piccanti e ulteriori spogliarelli che finiscono per non lasciare davvero nulla alla fantasia. E se qualche residente le invita ad andarsene loro lo insultano, dicendogli di farsi gli affari suoi. Sono le lucciole dell’Ardeatina.
Contro questo fenomeno il sindaco a 5 Stelle di Pomezia, Fabio Fucci, aveva emanato un’ordinanza anti prostituzione ma le 270 sanzioni fatte nel 2016 alle ragazze e ai loro clienti non sono state un deterrente efficace. «Siamo convinti che la videosorveglianza possa essere un disincentivo maggiore per chi chiede sesso a pagamento» hanno però raccontato i cittadini a Moira Di Mario del Messaggero. «In questo caso – le hanno spiegato – la multa arriva direttamente a casa e per molti uomini sarebbe difficile dare spiegazioni. Se cala la domanda, ci sarà anche meno offerta. Crediamo che delle 270 multe di cui ha parlato il sindaco, quelle pagate siano pochissime». Il problema è che alle prostitute basta spostarsi di pochi passi per ritrovarsi nel Comune di Roma o in quello di Albano. Dove la polizia locale di Pomezia non ha competenza. Addio multe.
I residenti, dal canto loro, non ne possono più di questa situazione. Alla giornalista hanno raccontato di dover stare dentro casa con le serrande abbassate per evitare che i figli «assistano a spettacoli a luci rosse» e di aver chiesto a Fucci, in qualità di vicesindaco della Città Metropolitana, di installare le telecamere su tutta la strada e non solo nel tratto di Pomezia. «Altrimenti – hanno concluso amari – serviranno a poco».
Che male fanno le prostitute maggiorenni e consenzienti ed i loro clienti sulle strade, se non compiono intralcio al traffico e/o atti osceni sotto la vista pubblica? Basta con quest’assurda “Meretriciofobia”!
Inoltre, affermo che, anche con le nuove disposizioni legislative, le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell’Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso. In più per le medesime ragioni, i primi provvedimenti suddetti non possono essere emessi per problematiche permanenti ed i secondi non possono riguardare materie di sicurezza e/o ordine pubblico.
Se si verificano comportamenti di disagio in merito, già esistono le leggi per reprimere tali condotte, senza chiamare in causa direttamente la prostituzione su strada.