“Il Comune di Fiumicino segue con grande apprensione e attenzione quanto sta accadendo in Alitalia. Il risultato del referendum parla chiaro con una netta affemazione del no. Ora non possiamo permetterci che un asset economico come quello rappresentato dalla ex compagnia di bandiera venga lasciato al proprio destino. Altri Paesi, penso alla Francia o alla Germania l’avrebbero già difesa e salvaguardata. È ora di finirla con ideologismi che passano dallo statalismo assistenziale più spinto al liberismo più sguaiato. Non vi è dubbio che tutti i milioni dello Stato spesi in questo lungo periodo siano il segno di una politica folle e sbagliata, penso alla bad company e al piano della cordata berlusconiana dei cosiddetti ‘capitani coraggiosi’ che hanno portato Alitalia a questo risultato. E stiamo parlando del fallimento di un’imprenditoria italiana, del privato italiano che continua a produrre su Alitalia disavanzi e insuccessi. Davanti a questo scenario non possiamo pensare al ‘tanto peggio tanto meglio’ o che qualcuno pensi a una vendetta nei confronti dei lavoratori che si sono espressi con un netto no. Non possiamo arrivare al punto di credere che sia meglio farla fallire. Non sarebbe un disastro economico e sociale soltanto per Fiumicino e per la nostra Regione. Ci sono circa 40mila posti di lavoro in gioco e il mantenimento di uno dei più importanti pezzi dell’economia italiana. Il Comune di Fiumicino non ha alcuna intenzione di girare la testa dall’altra parte, ma cercherà fino in fondo di fare la propria parte con proposte in campo e grande responsabilità istituzionale con grande fermezza. Abbandonare al proprio destino Alitalia, i suoi lavoratori e quelli dell’indotto, sarebbe un errore con conseguenze gravissime per tutto il nostro Paese”.