Rogo Eco X, la fabbrica non aveva un impianto antincendio

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Incendio Eco X Pomezia

La Eco X non ha un impianto antincendio, non aveva un sistema idrico idoneo a consentire lo spegnimento delle fiamme. I Vigili del Fuoco sono stati costretti a fare 2 chilometri per approvvigionarsi dell’acqua necessaria per lo spegnimento del rogo“. Lo ha detto il procuratore capo di Velletri Francesco Prete nel corso della sua audizione in Commissione Ecomafie, in merito al rogo della Eco X di Pomezia.

Il capo della Procura di Velletri ha sottolineato: “Vi era un sistema di accatastamento dei rifiuti non conforme alle autorizzazioni, come si può valutare anche dalle foto scattate da Google che ci danno la misura di come queste masse di rifiuti fossero accantonate non solo all’interno ma anche all’esterno dei capannoni. Questo accumulo scriteriato ha facilitato, vista anche l’assenza di muri di compartimentazione, la propagazione delle fiamme in un’area di due ettari”. Prete ha poi ricordato che “i Carabinieri del Noe hanno potuto ricostruire che al 31 marzo c’erano 8.300 tonnellate a fronte delle 3.200 autorizzate“.

Le carenze dell’impianto antincendio dell’azienda erano già note, il procuratore infatti ha ricostruito che “a fine 2011 il comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma aveva effettuato delle verifiche all’impianto antincendio rilevando delle prescrizioni, salvo poi costatare successivamente che la ditta non vi si era adeguata, denunciando il fatto alla Procura della Repubblica“.

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