Duecento autoferrotranvieri si sono ritrovati a piazza Montecitorio questa mattina per protestare contro l’emendamento Covello (che prende il nome dalla deputata Pd che ne è firmataria), una norma inserita dentro la manovra correttiva che cancella il regio decreto 148 del 1931 che regola i rapporti collettivi di lavoro e il trattamento economico di autisti di bus e tram.
Molti, in camicia a maniche corte di ordinanza dell’Atac, hanno portato striscioni e intonato cori. “Buffoni” e “Vergogna” contro i politici colpevoli di aver votato l’emendamento, mentre sugli striscioni si legge “Non toccate la 148 o facciamo un’ 48”. Stesso concetto espresso dallo slogan più volte intonato dai lavoratori: “La 148 non si tocca”. “Lo hanno fatto di notte con un emendamento perché si vergognano di questa cosa” ha detto Renzo Coppini, segretario regionale del Sulct in riferimento all’approvazione dell’emendamento Covello, e poi ha aggiunto: “Vorrebbero fare come con i call center, spostarli in Romania per pagare meno il lavoratori, ma con noi non possono farlo perché per forza di cose dobbiamo stare in Italia, e allora cercano di cancellare i nostri diritti”. “Questa è solo una delle manifestazioni contro l’emendamento Covello – ha poi spiegato ai cronisti Coppini – il prossimo appuntamento è il 26 davanti al ministero dei Trasporti con rappresentanti di tutta Italia; vogliamo essere ascoltati per ridiscutere sulla regolamentazione dei nostri rapporti di lavoro e colmare il vuoto normativo lasciato dalla legge”.
(foto d’archivio)