Gianluca Paparesta, ex arbitro e moviolista di Mediaset, è intervenuto ai microfoni della trasmissione Sport Academy su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sul Var
“Il Var sta cambiando il modo di arbitrare –ha dichiarato Paparesta-. Bisognerà poi tirare le somme se questa innovazione comporta dei benefici o meno. Secondo me col tempo comporterà enormi benefici e cambierà l’approccio di tutti gli addetti ai lavori alle decisioni arbitrali. Questa prima parte è una fase sperimentale e quindi c’è bisogno di testare per eliminare gli aspetti negativi. L’aspetto più negativo è legato al fatto che in alcuni casi gli arbitri delegano troppo allo strumento tecnologico, lavandosi quasi le mani e cercando avere meno responsabilità. Non è questo lo scopo del Var”.
Gioco virtuale
“A questo nuovo strumento si devono abituare gli arbitri, ma anche giocatori e allenatori –ha dichiarato Paparesta-. E’ importante focalizzare l’attenzione su questo protocollo che deve prevedere intervento del var solo in casi clamorosi, come ad esempio la testata di Zidane a Materazzi nella finale dei mondiali 2006. Se vogliamo delegare allo strumento tecnologico anche le decisioni che deve prendere l’arbitro in base alle sue percezioni sul campo allora dobbiamo abituarci ad un gioco virtuale, ma non credo sia questo lo scopo. Nel gol della Roma contro il Cagliari dove Fazio colpisce il pallone anche con la mano, l’arbitro è andato a vedere le immagini giusto per accontentare gli avversari della Roma, lui ha avuto la percezione che il gol era regolare e l’ha concesso. I guardalinee non segnalano più i fuorigioco in attesa del var? Snaturare naturalmente e arrivare a far terminare un’azione nonostante il fuorigioco sia evidente diventa un’anomalia che in questa fase sperimentale ci può stare, ma poi deve essere eliminata”.
Var ai mondiali
“Mi preoccupa l’utilizzo del var ai mondiali perché parteciperanno arbitri di continenti che neanche sanno cosa sia il var. Se in Italia dopo il girone d’andata abbiamo ancora certe difficoltà, nonostante la bravura dei nostri arbitri, pensate cosa potrebbe succedere ai mondiali con arbitri che non hanno avuto neanche l’opportunità di sperimentare questo strumento”.