Ragazzi calma con i sondaggi che non ci si capisce più niente. Chi sale chi seconde, chi ridiscende ma poi risale, chi è a due putti di distacco e poi 3,4,5 come l’elastico delle mutande che si tira e si ammolla a seconda della pancetta. Marchini al 15%, Meloni batte Giachetti, Giachetti batte Meloni, oppure sono lì lì alla pari, Fassina redivivo dopo la sentenza del Consiglio di Stato è al 6%, ma potrebbe arrivare anche all’8% e allora addio del Pd al ballottaggio.
Non se ne può più, come se i si e no 200mila lettori di quotidiani in tutta Roma fossero quelli che decideranno le elezioni. E poi chi dice che gli indecisi sono l’11% chi invece preconizza un astensionismo dalle urne del 47%, chi invece scrive che con il ponte andrà a votare un romano su due, chi l’astensionismo non lo considera perché tanto contano solo quelli che vanno a votare e gli altri ciccia. L’unica cosa certa è che la grillina Raggi è sempre in testa anche se ormai per i giornaloni romani Giachetti recupera alla grande e il Pd è addirittura al 25% ( contro il 40 delle Europee). E giù commenti, previsioni, analisi come se poi le lezioni le decidessero Il Corriere o Repubblica, mentre il Messaggero, saggiamente, va dove tira il vento del suo editore Caltagirone L’imprenditore più importante di Roma che non ha ancora deciso chi scegliere anche se inizialmente le sue simpatie andavano a Marchini. E come poteva essere diversamente, ma oggi al Kalta piace anche la Raggi basta che non tocchi l’Acea e tutto sommato anche Giachetti non sarebbe male. O forse è solo stanco di schierarsi perché tanto lui ormai è una multinazionale con prevalenti interessi all’estero.
Con la Meloni resta solo il Tempo con le sue 8mila copie al giorno a essere buoni, ma non è detto perché gli Angelucci ( che sull’acquisto de Il Tempo ce stanno a pensa) hanno appena cacciato Belpietro per restaurare alla direzione di Libero il grande vecchio Feltri a quanto pare con lo zampino di Verdini che a Roma sostiene Giachetti. Poi ci sono le radio e le Tv generaliste e quelle locali che con le esternazioni di tutti i candidati ce campano. Insomma un bailamme indescrivibile con troppi candidati e poche idee originali.
E il popolo, quello vero che tira la cinghia e che in questa Capitale incasinata ci vive pure male, che pensa? Probabilmente pensa ai fatti suoi e tira a campà perché ormai della politica gliene frega poco, come dicono anche i sondaggi. Allora sul finire di questa danza (perché fra pochi giorni i sondaggi non potranno più venir pubblicati ma circoleranno nelle redazioni e fra le segreterie dei partiti) anche noi, per non essere da meno, azzardiamo una previsione di voto. Virginia Raggi 30%. Giachetti e Meloni 23%, Marchini 20%. E se qualcuno ce ne chiedesse la fonte diremo il mago Zurlì, non quello del giovedì, ma quello del lunedì, il giorno dopo le elezioni.
Giuliano Longo