Pochi mezzi e troppi scioperi: il bilancio Atac perde ancora 72 milioni

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Luci e ombre sul bilancio Atac, infatti l’Assemblea di di ATAC S.p.A, lunedì ha approvato il Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015 che riporta una perdita di circa euro 79 milioni, dimezzata, ma pur sempre perdita, rispetto a quella registrata nel Bilancio 2014 che era di 141milioni. Un risultato che in parte va ricondotto alla precedente amministrazione grazie all’adeguamento sostanziale dei corrispettivi  per i servizi di superficie e di metropolitana previsto dal nuovo contratto di servizio intervenuto dal 1° agosto 2015 e in vigore fino al 3 dicembre 2019. Certamente nella riduzione della perdita, che rimane comunque elevata, hanno contribuito le misure adottate anche dalla precedente gestione per il risanamento economico della società, ma i ricavi tariffari da vendita dei titoli di viaggio sono diminuiti. Inoltre i volumi di produzione si sono attestati su livelli di poco inferiori rispetto a quelli conseguiti nel 2014.

POCHI MEZZI E TROPPI SCIOPERI

Questo significa che lo scorso anno non sono stati raggiunti i livelli di servizio programmati su tutte le modalità di trasporto. La causa viene attribuita allo stato fatiscente del parco mezzi che per quanto riguarda gli autobus registra una elevata età media e quindi una insufficiente disponibilità di questi mezzi per l’esercizio. Ma Atac attribuisce questo deludente risultato anche al livello di conflittualità sindacale “avutasi in occasione del cambiamento impresso dall’azienda nella ricontrattazione degli accordi sul salario accessorio.”
Insomma, la colpa è dei sindacati che tuttavia non giustifica da sola «una riduzione pesante di domanda per il servizio pubblico di trasporto» ammessa dalla società. Se poi la perdita è stata contenuta lo si deve al  “contenimento e alla razionalizzazione dei costi industriali per personale, materiali, servizi e altri costi di gestione che sono diminuiti di 20 milioni rispetto al 2014 nonostante i maggiori costi dovuti alla attivazione della linea C della metro.

L’INDEBITAMENTO

Il livello dell’indebitamento è stato invece ridotto del 14% rispetto al 2014 con la ricapitalizzaione deciso da Socio Unico Roma Capitale, al miglioramento della gestione finanziaria e alle misure intervenute per la riduzione dei costi. Per quanto riguarda i debiti la società fa sapere che l’indebitamento si è ridotto verso il sistema bancario, che passa dai 285 milioni del 31.12.2014 ai 182 milioni del 31.12.2015, ma anche verso i fornitori, passando a 325 milioni, rispetto ai 420 dell’esercizio precedente. Che grosso modo significa una riduzione dell’indebitamento di circa 200 milioni registrato lo scorso anno. Come andrà a finire per il 2016 nessuno ancora si sbilancia, ma la vulgata corrente è che si comincerà a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2017, un anno dopo rispetto a quanto previsto dal Piano industriale.

CONTRATTO DI SERVIZIO

Al momento il contratto di servizio con il Comune è di 480 milioni, mentre Atac vanta ancora 500 milioni di crediti verso la Regione. Anche se, per ammissione dei vertici societari, bisogna distinguere tra quelli esigibili ed inesigibili. Una partita di bilancio che ormai si trascina da anni fra polemiche e contestazioni. Il nuovo direttore generale Marco Rettighieri, insediato da pochi mesi, ha promesso un’altra stretta sui manager, anche se il suo mandato, come dichiarato all’Ansa, sarà rimesso domani nelle mani dell’amministratore unico Brandolese. Secondo Rettighieri un gesto “istituzionale, elegante ed apprezzabile” ma che “non vuol dire dare le dimissioni”.

Giuliano Longo

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