Rai, non basta cambiare titoli ai programmi

Anche Giovanni Minoli in una recente intervista su “La Stampa” ha bocciato senza appello la nuova Rai. Il palinsesto snocciolato da Fabiano non presenta un briciolo di novità che sia uno

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Alla fine questi benedetti palinsesti hanno visto la luce. La Rai che, grazie alla bolletta, non sarà più in bolletta, libera dall’angoscia dei fondi ha potuto dispiegare le sue ali. E, come era stato anticipato, sono ali di cera.

Anche Giovanni Minoli in una recente intervista su “La Stampa” ha bocciato senza appello la nuova Rai che di nuovo non ha nulla e la sua analisi dipinge più delle altre reti la rete ammiraglia. «Non basta cambiare titoli ai programmi per ottenere la patente di servizio pubblico»: a chi si riferirà? Il palinsesto di Rai Uno, snocciolato da Fabiano il giovane gambero non solo alla presentazione milanese ma anche ad Unomattina, non presenta un briciolo di novità che sia uno. L’annuncio in pompa magna dello spettacolo che si costruirà attorno all’uscita del nuovo lavoro discografico di Celentano e Mina si spegne con una farfugliante spiegazione aggiunta che non lascia ben comprendere se sarà uno spettacolo CON Celentano e Mina o SU i due grandi artisti.

Un programma sul karaoke in seconda serata che lo capirebbe pure un bambino che starebbe bene su Rai Due e poi? Praticamente il nulla. Si, certo, le fiction. Ma se a farla da padrone sono sempre Nonno libero, Don Matteo e Montalbano di che parliamo? Di qualche film per la tv in due puntate? E su questo si basa il palinsesto della prossima stagione caro Fabiano? Buona parte del lavoro lo aveva già impostato Giankaleone e quindi a riconfermare “A torto o ragione” e “La vita in diretta” non c’era bisogno di un direttore di rete, si poteva chiamare anche un operatore stagionale della Val di Non. Aspetta, una novità c’è! Come dimenticarla! La prima serata comincerà prima, che evidentemente dal settore marketing qualche genio neo assunto dall’esterno si è accorto che la prima rete è vista prevalentemente da persone anziane che fanno fatica a seguire una prima serata che finisce all’una di notte e che alle 22.30 intona il “s’è fatta ‘na certa” con tanto di abbiocco.

Gli ascolti sembrano essere l’ultimo dei problemi per chi va per Campi e chi va per l’Orto e Fabiano, bisogna dirlo, ha imparato la lezione come se l’avesse scritta lui. Degli ascolti non gli interessa nulla e non gli interessa nemmeno pagare fior di quattrini sicuri, elettrici, una Antonella Clerici che, allo stato attuale ha solo “La prova del cuoco” e non un progetto per le prime serate (o almeno se ha un progetto ha pensato bene di tenerlo segreto a noi e agli investitori).

Abbiamo già detto, ma ci piace ricordarlo e rassicurare chi sta in pensiero , che Paola Frozen Perego lotta insieme a noi per continuare a segnare ascolti come le temperature di Campobasso a febbraio con uno spettacolo di pseudo-intrattenimento al sabato pomeriggio. Anche qui un concilio di saggi deve aver sentenziato che il massimo risultato ottenibile: il 10-12% di sabato potrebbe essere meno deleterio o passare quanto meno inosservato. Ma il vero colpo di genio di Fabiano è stato quello di glissare sulla Domenica. Per lui la settimana finisce sabato e la Domenica nel suo magico mondo è stata soppressa: non un accenno, riesce persino a sorvolare su Giletti, tanto i telespettatori sanno che c’è. La frase lapidaria di Minoli è perfetta per descrivere la nuova Rai1: «Ripiegati sul passato ma con le luci di MTV». Tanto la corrente è gratis.

Bob