Rai Uno, L’Allieva: intervista a Lino Guanciale (Claudio Conforti)

L'attore interpreta un medico ed è uno dei protagonisti della fiction insieme ad Alessandra Mastronardi

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Foto di Paolo Pizzi
Foto di Paolo Pizzi

Nuovo appuntamento con la fiction targata Rai Uno. Da martedì oggi per sei settimane la prima serata sarà dedicata a L’allieva, con protagonisti il dottor Claudio Conforti (interpretato da Lino Guanciale) e la sua allieva Alice Allevi (Alessandra Mastronardi). Nelle sei puntate, la storia – basata sui racconti di Alessandra Gazzola – narra le avventure della protagonista Alice, combattuta tra l’amore per Arthur, giornalista e reporter di guerra, e quello per il suo capo Claudio Conforti.

A spiegarci la figura di questo medico, tra i protagonisti della fiction, è proprio Lino Guanciale.
«Claudio Conforti – commenta l’attore – è un classico bastardo cronico, senza redenzione, nel senso che non ha voglia di cambiare vita. In questo personaggio riconosco i caratteri di un’altra parte che ho interpretato per una fiction girata prima de “L’allieva”. In quella occasione il protagonista si chiamava Enrico Vinci, anche lui un capo, un sadico, ma che è tormentato dalla voglia di cambiare e alla fine infatti cambierà. Claudio Conforti no, Claudio Conforti non ha nessuna voglia di cambiare quello che è, cresce sentimentalmente, ma nonostante questa crescita interiore non cambierebbe di una virgola di quello che è».

«Io personalmente – continua Guanciale – non mi annovero in questo tipo di personaggi e quando mi capita di recitarli cerco di dargli qualche crepa. Con Claudio Conforti era molto facile, visto l’ottimo lavoro fatto dalla scrittrice Alessia Gazzola. Fare il mestiere dell’attore mi permette comunque di praticare dei modelli di comportamento che non sono i miei, e in questo scopri anche delle parti di te stesso che prima non conoscevi. È un po’ come andare dall’analista senza pagare per farlo… Nella vita cerco di essere rispettoso dei legami che ho. Del personaggio di Claudio Conforti mi piace il fatto che lui veramente non ha nessun desiderio di redenzione, ma anche questo è ciò che non mi piace. Alla fine ci sarà comunque un bel colpo di scena».

Una fiction, L’allieva, che lo stesso attore giudica “innovativa”, con molte caratteristiche che la rendono interessante per il pubblico, soprattutto per il pubblico più giovane, che la Rai sta cercando di attrarre con la nuova programmazione. «L’allieva ha tanti margini di novità, non è un giallo-rosa, – prosegue Guanciale -, ma un giallo-rosè, nel senso che c’è una vena comica che dà uno smalto speciale ai personaggi e alle relazioni tra di loro, questo smalto speciale ne fa la novità e il suo carattere giovane per questo vale la pena vederlo. Noi siamo in un momento in cui la Rai sta tentando di rinnovarsi sotto tanti aspetti e anche io ho avuto la fortuna di girare molti prodotti innovativi. L’allieva merita per la marcia in più che ha…».

Caso vuole che nella vita Lino Guanciale sia figlio proprio di un medico. L’attore però confessa di non aver potuto ispirarsi al padre per recitare il suo ruolo nel “L’allieva”. «Mio padre, Clelio Guanciale, – racconta l’attore – è un medico, ma basa la sua professione sull’empatia, quindi proprio l’opposto di Claudio Conforti. La prima cosa che ho fatto sul set però è stata quella di farmi una foto con il camice e mandargliela, almeno così per una volta ha avuto una mia foto con il camice».

Un autunno pieno di impegni quello di Lino Guanciale: «Su Rai Uno tra poco farò “La porta rossa”, dove sono un fantasma, una cosa molto diversa da quelle che normalmente si vede in tv e anche diversa da tutto il resto che mi è capitato di interpretare sinora – conclude -. Poi mi vedrete in “Che Dio ci aiuti”, dove però ho chiesto di avere un ruolo un po’ più defilato, visto che avevo molte altre cose che desideravo fare. Sarò, dal 26 ottobre al 20 novembre, al teatro Argentina dove recito in “Ragazzi di vita” uno spettacolo tratto dal romanzo di Pier Paolo Pasolini, per la regia di Massimo Popolizio, anzi vi invito a venire a vederlo, avete un mese di tempo, quindi penso che una poltrona riuscirete a trovarla».

Paolo Pizzi