Pelonzi (Pd): al Flaminio sono abituati a “certi carichi”. I cittadini protestano

Il gruppo dem starebbe per presentare una proposta per il recupero dello Stadio

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stadio flaminio

di GIULIANO LONGO

Il consigliere del Pd Giulio Pelonzi è convinto che gli abitanti del Flaminio siano tutti fighetti borghesi in grado di sopportare qualunque ipotesi che finisca per congestionare la già inesistente tranquillità di uno fra quartieri più pregiati di Roma. Così con una sua intervista Lazio Channel riesce, anche se tardivamente, a suscitare le ire di Cittadinanzattiva Flaminio. Si badi bene, proprio al II municipio dove il suo partito ha fatto man bassa di voti alle ultime comunali.

Pelonzi annuncia infatti una proposta che il suo gruppo starebbe per presentare coinvolgendo il II Municipio, per un recupero dello Stadio Flaminio che ancora una volta viene candidato come stadio della Lazio. Una operazione che secondo il consigliere prevede «parcheggi interrati a viale Tiziano, 900 mq di commerciale, un albergo tra Auditorium e Stadio Flaminio».

Roba da sballo in questa città dove più che di stadi c’è bisogno di pulizia della monnezza, trasporti decenti e altro. Ma tra i cittadini del Flaminio cala il velo quando Pelonzi alla radio dice «oltre ad avere già parcheggi a raso vicino all’Auditorium, essendo prossimo all’Olimpico» il quartiere è «già abituato a certi carichi». Sin qui una opinione vale l’altra se non fosse che, secondo l’associazione «c’è chi continua a lavorare ai soliti progetti calati sulla testa dei cittadini che non tengono neanche conto di varie controindicazioni emerse da tempo. E lascia perplessi il “due stadi due misure”: per lo Stadio della Roma il Pd capitolino critica il ventilato taglio di alcune infrastrutture pubbliche, mentre per lo Stadio Flaminio della Lazio il consigliere pensa che ci si possa arrangiare con il poco che c’è…».

Da tempo il laboratorio Carteinregola e Cittadinanzattiva Flaminio seguono la vicenda del Flaminio per porre fine al degrado e ai rischi per la struttura architettonica di Nervi. Ma secondo loro occorre anche impedire che l’opera «diventi oggetto di progetti speculativi che prevedano, appellandosi a urgenze e necessità economiche, di infarcire lo stadio e l’area di centri commerciali e quant’altro». Progetti che peraltro non tengono conto dei ritrovamenti archeologici sottostanti, nè delle modifiche che si dovrebbero effettuare sulla struttura architettonica per adeguarla alle normative vigenti.

Se una soluzione deve essere trovata per lo “Stadio delle Aquile” con la prevedibile calata di 40.000 tifosi, occorrerebbe anche valutare l’impatto insostenibile in un quartiere che già subisce le conseguenze delle partite e degli eventi dello stadio Olimpico che non a caso l’AS Roma vuole spostare nella contestata area di Tor di Valle.

Al momento sul destino del Flaminio sta ragionando anche l’amministrazione Raggi che non vorrebbe, come le altre amministrazioni che l’hanno preceduta, tollerare questo scempio che è un vero e proprio insulto urbanistico alla città. Al momento l’Assessore allo Sport Frongia ha dichiarato che per lo Stadio Flaminio non verranno prese in considerazione proposte che dovessero modificare/stravolgere la destinazione originaria dell’impianto in direzione di utilizzo commerciale (parcheggi multipiano, centri commerciali, multisale cinematografiche, etc).

Fra il dire e il fare… quindi i cittadini del Flamio attendono la proposta di Pelonzi che, date le premesse, potrebbe anche non arrivare in aula Giulio Cesare.

 

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