Ancora allarme per i bocconi avvelenati, dopo i due casi recenti di Trevi nel Lazio (ma episodi simili sono stati registrati anche in altri comuni della provincia di Roma), dove a distanza di pochi giorni sono stati rinvenuti quattro cani morti, questa volta a pagare le conseguenze è stato un cane nel comune di Guarcino rinvenuto in località Torrita.
Sul posto sono intervenute le guardie zoofile dell’Accademia Kronos coordinate dal comandante provinciale Armando Bruni. “Nell’area dove è stato trovato il cane morte –commenta Bruni – abbiamo rinvenuto altri bocconi avvelenati, che abbiamo provveduto a rimuovere e consegnati all’Asl veterinaria di competenza, inoltre come da disposizione di legge, l’intera area è stata tabellata con relativa segnaletica di pericolo avvelenamento. Invito tutti i proprietari di cani, che sono consueti ad attraversare la zona, a prestare la massima attenzione a ciò che vedono in terra”.
L’uccisione di animali con bocconi avvelenati era una pratica permessa ai cacciatori, divenuta illegale dal 1977. I bocconi venivano utilizzati per eliminare predatori selvatici e animali randagi, ad uccidere cani da caccia rivali o che disturbavano il vicinato abbaiando o invadendo altrui proprietà.
“Una pratica barbara, purtroppo, non del tutto dimenticata –continua il comandante Bruni- noi per il nostro compito cerchiamo di vigilare costantemente sul territorio, in sinergia con le forze dell’ordine, ma chiediamo anche la massima collaborazione dei cittadini nel segnalarci situazioni di allarme e pericolo per i nostri amici a quattro zampe”.
Le sostanze tossiche maggiormente utilizzate per uccidere sono i pesticidi e i veleni comunemente utilizzati in agricoltura, negli orti e nei giardini. Negli ultimi anni sono in aumento anche i casi di avvelenamento a causa di lumachicidi, di larghissimo impiego nei giardini e nelle zone agricole. Ma poi ci sono gli appetitosi bocconi creati con salcicce, pollo, carni profumate ma farcite di topicidi e, in alcuni casi, con chiodi.