A gennaio le avevano sostituito la valvola mitralica ma da allora erano iniziati i problemi, fino alla scoperta shock:un’infezione da stafilococco che dopo un calvario di cinque mesi le sarebbe risultata fatale. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora contro ignoti, sulla “morte sospetta” di una 78enne di Mentana, E. D. C., avvenuta il 15 giugno all’ospedale Sant’Andrea.
L’anziana, l’11 gennaio, si sottopone all’ospedale Tor Vergata a un intervento chirurgico preordinato alla valvola mitralica: operazione riuscita all’apparenza senza anomalie, anche se la donna inizia subito ad accusare fibrillazioni, giudicate però “normali” dai medici. Una volta dimessa la paziente viene trasferita per la riabilitazione nella Casa di Cura Nomentana Hospital, ma qui continuano ad emergere problematiche di salute chiaramente connesse all’intervento, con particolare riferimento a febbre e fibrillazioni, tanto da richiedere in un’occasione anche il trasporto d’urgenza al Pronto Soccorso del Tor Vergata. La signora, però, dopo i controlli, viene rimandata in casa di cura per ultimare il percorso riabilitativo: per i medici si tratta sempre di normali conseguenze collegate alla recente operazione.
Nessuna anomalia viene rilevata anche in occasione della visita di controllo, prevista dal piano terapeutico, sostenuta dall’anziana il 17 febbraio presso il Tor Vergata, dopo che è tornata a casa anche dal Nomentana Hospital. Anche se i medici decidono che è opportuno affidarla alle cure di un cardiologo di fiducia, scelto dai familiari in una dottoressa, da loro conosciuta, dell’ospedale Sant’Andrea, dove pure, nel mese di marzo, esegue una serie di accertamenti e visite di controllo che però danno esito negativo.
Lo stato di salute di E. D. C., tuttavia, continua ad allarmare e il primo aprile, il giorno di Pasqua, la donna accusa un malore, con evidenti segni di vuoto di memoria e stanchezza. Viene trasportata al Pronto Soccorso del Sant’Andrea e di qui trasferita nel reparto di Neurologia, dove il quadro clinico peggiora sempre di più, con la febbre che aumenta e con il palesarsi delle prime difficoltà motorie. Finalmente, il 5 aprile i medici decidono di sottoporre la settantottenne a unesame specifico al cuore “transesofageo”, da cui emerge che la valvola mitralica sostituita a gennaio era infetta e piena di “vegetazione” del batterio stafilococco, che causava ischemie cerebrali sin lì sfuggite a tutti i sanitari. Accertata la grave situazione, la paziente viene subito sottoposta a terapia antibiotica mirata e trasferita nel reparto di Terapia Intensiva, dove rimane fino al 6 maggio.
Durante la degenza, alla luce del fatto che l’antibiotico non produce gli effetti sperati, i medici prospettano ai familiari la possibilità di sostituire la valvola infetta e pulire l’infezione, ma il cardiochirurgo che dovrebbe effettuare l’intervento presenta anche gli elevati rischi di una tale operazione su una paziente molto debilitata e le cui funzioni cerebrali sono già seriamente compromesse, a causa delle numerose ischemie subite. I congiunti decidono quindi di non rischiare e di tentare ancora con la terapia antibiotica, che nel mese di maggio, dopo che E. D. C. è stata trasferita nel reparto di Medicina, qualche risultato comincia a darlo. La signora, assistita durante tutti questi mesi 24 ore su 24 dai suoi cari, migliora, riesce ad alzarsi e a muoversi e il 21 maggio viene di nuovo trasferita al Nomentata Hospital di Fonte Nuova, dove segue un percorso riabilitativo regolare, anche se a livello cerebrale non ci sono più grossi margini di miglioramento. Ma il 15 giugno si aggrava: trasportata d’urgenza al Sant’Andrea, in tarda serata spira.
I suoi familiari, per fare piena luce sui fatti, attraverso il consulente personale Angelo Novelli, si sono quindi affidati aStudio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, e tutela dei diritti dei cittadini, e l’indomani, 16 giugno, è stato presentato un esposto presso la stazione dei carabinieri di Mentana in cui si chiedeva alla magistratura di disporre l’esame autoptico e il sequestro di tutte le cartelle clinicheper accertare eventuali responsabilità da parte dei medici che hanno avuto in cura la vittima, in particolare l’equipe chirurgica del Tor Vergata che ha eseguito l’intervento di sostituzione della valvola mitralica “incriminata”.
In seguito all’esposto, il Pubblico Ministero della Procura di Roma, dott.ssa Maria Rosaria Guglielmi, ha aperto unprocedimento penale, per ora a carico di ignoti, e il 19 giugno ha conferito al noto medico legale dott. Antonio Oliva e al dott. Vincenzo Arena, cardiochirurgo del Policlinico Gemelli e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,l’incarico di effettuare l’autopsia sulla salma della defunta, presso il reparto di Medicina Legale del Gemelli: esame portato a termine nella stessa giornata. La loro perizia sarà determinate per stabilire con certezza le cause del decesso dell’anziana e da dove abbia avuto origine l’infezione che con molta probabilità l’ha determinata.
(foto d’archivio)