Un patto d’aula in dieci punti per garantire la maggioranza a Zingaretti

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E l’anatra zoppa mise una stecca alla zampa, questo il senso del ‘patto d’aula’ enfatizzato ieri dal capo gruppo del Pd alla Pisana Mauro Buschini ma al quale stava lavorando da mesi il vice presidente della Regione Smeriglio.

Nella sostanza si tratta di 10 punti per governare la Regione a medio termine sottoscritto dai due componenti del gruppo misto in Consiglio rispettivamente usciti a suo tempo da FI e Lega, Giuseppe Cangemi già assessore con Renata Polverini  ed Enrico Cavallari a suo tempo espulso  dalla Lega che immediatamente se ne è uscita con un comunicato di fuoco non solo contro il patto, ma contro tutto l’operato della Giunta. 

Va ricordato che il centrosinistra ha solo 25 consiglieri, ma la maggioranza numerica in aula è 26 quindi uno in più di quanto necessario per governare senza brutte sorprese.

In effetti nessuno alla Pisana se ne vuole andare a casa anticipatamente ma con questa soluzione del patto Zingaretti si blinda tenendo conto di altri due fattori: il primo la posizione morbida  di Parisi che per conto di FI ribadisce la sua «costruttiva disponibilità a lavorare sui grandi temi e sulle riforme, ma nel segno della discontinuità. E aggiunge  «se questo patto comporta la condivisione dell’agenda M5S e il tradimento del proprio elettorato da parte di alcuni consiglieri, ci opporremo». 

L’altro fattore riguarda Sergio Pirozzi che sino ad oggi ha votato a favore molti dei provvedimenti presentati in Aula.

Ma il vero nodo politico è rappresentato dal  M5S che ovviamente, dato il quadro politico nazionale, non potrà mai aderire a qualsiasi forma esplicita di sostegno a Zingaretti.

Anche se la linea del capo gruppo  di Roberta Lombardi ad oggi è quella di un confronto costruttivo con Zingaretti; «noi lavoriamo sui temi, facciamo opposizione intelligente» ha recentemente dichiarato. 

L’operazione Smeriglio, se vogliamo definirla così, da un lato consente al governatore di condurre con una certa tranquillità la sua campagna congressuale per la segreteria del Pd. 

Sotto sotto vi è anche il timore di un cambiamento di rotta del M5stelle in Regione, un po per eventuali pressioni che possano provenire dal Governo Nazionale, un po per le posizioni di Virginia Raggi (da sempre non in buoni rapporti con la Lombardi) che preme il piede sull’acceleratore dell’aiuto del governo ‘amico’ ed è in continuo conflitto con Zingaretti su trasporti e rifiuti.

Nella sostanza nel Pd qualcuno ha pensato: “vatte a fidà dei grillini” e intanto si mette in cascina il fieno del ‘patto d’aula’ in vista di possibili temporali.

Giuliano Longo

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