Risorse per Roma, serve una nuova strategia per uscire dall’impasse

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Nei giorni scorsi alcuni quotidiani hanno ventilato uno stato di crisi finanziaria di Risorse per Roma, società partecipata al 100% da Roma Capitale, a seguito della mancata firma del Contratto di Servizi e del Bilancio 2017. 

Allo stesso tempo i lavoratori della società del Comune erano preoccupati per il loro futuro e addirittura per la corresponsione dei loro stipendi nei prossimi mesi. Per questo abbiamo voluto approfondire lo stato dell’arte avvalendoci di fonti interne qualificate.

Evidentemente la mancanza del contratto di servizio e l’approvazione del bilancio 2017  sono ovviamente correlati, perché senza contratto il Comune Socio non può approvare il bilancio di esercizio con i principi di continuità aziendale, ma dovrebbe mettere in liquidazione la società. 

Le domande poste dai lavoratori all’amministratore delegato Noviello, nominato dalla Sindaca a guidare l’azienda a marzo scorso per i prossimi tre anni, riguardavano proprio un futuro che appare incerto e soprattutto quali sono i tempi entro i quali si dovrebbe evitare  il rischio di non ricevere gli stipendi e  quale sia la  strategia della società che occupa ben 600 dipendenti. 

 La preoccupazione reale delle maestranze è che il Comune voglia “liberalizzare” la società mettendola a gara  con gli eventuali rischi di successivi licenziamenti, invece ieri   la Giunta Capitolina ha approvato il contratto di servizi fino al 2020. 

Questo consentirà di approvare il Bilancio 2017, di dare una continuità aziendale e strategica alla Società ed una sicurezza ai dipendenti anche in relazione agli stipendi. I ritardi, ha ricordato il Direttore Generale, sono stati anche causati dalla volontà di armonizzare quanto più possibile i contenuti di un contratto che si estende a diversi Dipartimenti dell’Amministrazione Comunale e su molte attività che vanno dall’ingegneria, all’urbanistica, al patrimonio, al supporto alle attività di verifica delle concessioni demaniali di Ostia, fino ai servizi di portierato presso le sedi comunali. 

Inoltre il contratto di servizio , per come è stato impostato, sarà il modello su cui verranno a breve formalizzati i contratti con le altre aziende partecipate. 

Ma una volta tranquillizzati i dipendenti, una delle attività più importanti di RpR sono i condoni. Infatti nei suoi uffici di Via Decima (meglio sarebbe dire archivi)   «giacciono» circa 200 mila pratiche, la metà delle quali risalgono ai condoni edilizi del 1987 e del 1992. 

Un danno non solo per chi ha richiesto al sanatoria, ma anche, e pure grave, per le esangui casse del Campidoglio  che smaltendo parte delle pratiche arretrate potrebbe già incassare i primi 50 milioni. 

Giuliano Longo

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