Vaccini, Palma (Cipe): Lazio garantisca antipneumococco a 13 valenze contro meningite

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“La Regione Lazio garantisca la vaccinazione contro le meningiti causate da pneumococco a 13 valenze come è stato finora: una retrocessione di questa copertura vaccinale a 10 valenze sarebbe molto grave”.

È quanto afferma il segretario della Cipe – Confederazione italiana pediatri del Lazio, Antonio Palma.

“Come Cipe Lazio avevamo già lanciato l’allarme, mesi fa, sulle possibili gravi conseguenze che una scelta scellerata di questo tipo avrebbe potuto comportare – aggiunge Palma – Dal Belgio, in questi giorni, è arrivata la conferma a quanto sosteniamo: tempo fa le autorità sanitarie locali avevano scelto di utilizzare un vaccino a più bassa protezione verso le meningiti causate da pneumococco (a 10 valenze anziché 13) ma sono dovute ritornare a raccomandare l’utilizzo del vaccino a più ampia copertura possibile, appunto il 13 valente.

Nel periodo di utilizzo del vaccino a 10 valenze, infatti, i sierotipi non inclusi sono aumentati di oltre dieci volte, destando sgomento tra gli addetti ai lavori per le gravi conseguenze sulla salute dei bambini.

Oltretutto, il dato assume particolare rilevanza in quanto il sierotipo maggiormente implicato è il 19 A (contenuto nel vaccino a 13 valenze e non in quello a 10 valenze) noto per la sua antibioticoresistenza”.

“Per non ripetere la fallimentare esperienza belga, unico paese al mondo ad aver operato questa regressione vaccinale, rivolgiamo un appello alle autorità regionali, al governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, e al direttore regionale della Sanità, Renato Botti, affinché la priorità assoluta sia quanto sinora assicurato per la massima protezione di tutti i nuovi nati attraverso la vaccinazione comprensiva di tutti i 13 sieri” conclude Palma.

Cos’è lo pneumococco

Lo Streptococcus pneumoniae, un tempo noto come Diplococcus pneumoniae o Diplococcus lanceolatus o Bacillo di Fraenkel, è un batterio gram-positivo appartenente al genere Streptococcus ed è il principale responsabile della polmonite negli adulti.

All’esame microscopico si presenta costituito da due cocchi che si uniscono ad un’estremità creando una caratteristica forma a “fiamma”.

Le specie patogene sono dotate di capsula gelatinosa polisaccaridica. Lo pneumococco è il maggiore responsabile delle polmoniti contratte in comunità. La polmonite cui dà luogo è definita polmonite lobare perché interessa in genere soltanto un lobo polmonare.

Può anche dare luogo a malattie non invasive (otite media acuta, bronchite, congiuntivite, sinusite) così come a patologie invasive (sepsi, meningite, endocardite, batteriemia, artrite, osteomielite e peritonite), anche se va detto che la virulenza di questo batterio è minima ed è un batterio patogeno principalmente nei soggetti immunodepressi. Può dare infezioni negli anziani e nei bambini, nei soggetti sottoposti ad oncochemioterapia, nei soggetti sottoposti a terapia con corticosteroidi.

È dotato di polisaccaride C (a cui è reattiva la CRP, C Reactive Protein), ma non di Antigene di Lancefield come altri Streptococchi. È alfa-emolitico in aerobiosi, beta-emolitico in anaerobiosi. È colturalmente molto esigente, come tutti gli streptococchi manca di catalasi, quindi abbisogna degli enzimi che degradano le specie ossidanti dell’ossigeno contenuti nell’agar sangue.

Il terreno di coltivazione dev’essere dunque un agar sangue addizionato con proteine della soia o con cuore e cervello di bue, con un contenuto di glucosio limitato perché, essendo un batterio fermentante, trasforma il glucosio in acido lattico e ciò può causare un abbassamento del pH in grado di arrestare la crescita. È un batterio autolitico, quando invecchia va naturalmente in lisi, per questo motivo le sue colonie sono piatte o leggermente concave, dal momento che la porzione centrale è quella più vecchia. Questa caratteristica è utilizzata per la diagnosi: anche una goccia di taurocolato o glicocolato di sodio (sali biliari) possono causare la lisi completa della colonia. Un’altra prova è quella fatta con l’optochina (etil-idrocupreina) a cui questo streptococco, a differenza degli altri, è sensibile.

La terapia delle infezioni penumococciche si avvale dell’associazione Amoxicillina-acido clavulanico e cefalosporine di terza generazione, anche se stanno emergendo ceppi resistenti alle penicilline per modifiche delle proteine che le legano (PBP). La prevenzione, invece, avviene attraverso l’utilizzo del vaccino.

I pneumococchi di solito raggiungono i polmoni per via inalatoria o per aspirazione. Si localizzano nei bronchioli, proliferano e danno origine a un processo infiammatorio che inizia negli spazi alveolari con l’essudazione di un liquido ricco di proteine. I fluidi agiscono come terreno di coltura per i batteri e facilitano la disseminazione agli alveoli vicini, causando tipicamente una polmonite lobare.

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