Giovani pusher italiani, organizzati e disciplinati, con specifici incarichi come ‘rette’, vedette, trasporti e spaccio al dettaglio. Una piazza di spaccio aperta 14 ore al giorno. Un controllo capillare del territorio e un monitoraggio continuo attraverso impianti tecnologici di sorveglianza, come telecamere e sensori di movimento, per rilevare la presenza nell’area esterna del perimetro della Torre 18 di possibili appartenenti alle forze dell’ordine. L’organizzazione, disarticolata in un blitz dai carabinieri della compagnia di Tivoli, si muoveva all’ombra della ‘Torre 18’, palazzo popolare nella zona di Collefiorito di Guidonia Montecelio, alle porte della Capitale. Capo e promotore indiscusso dell’organizzazione, secondo quanto spiegano gli investigatori, era “Omar Giovannetti di 28 anni, che avvalendosi nella direzione dell’organizzazione di persone come Cristian Muzi di 27 anni, che si occupava del coordinamento e controllo dei pusher, e Marco Hendrix di 31 anni, addetto alla preparazione delle singole dosi, aveva riunito a sé una pletora di giovani pusher, tutti italiani, organizzati e disciplinati, ai quali venivano affidati specifici incarichi quali ‘rette’, vedette, trasportini e spaccio al dettaglio”.
Gli elementi investigativi acquisiti hanno dimostrato come l’organizzazione, oltre a elargire uno stipendio settimanale agli affiliati, che lavoravano su più turni al fine di garantire l’apertura della piazza di spaccio per 14 ore al giorno, forniva assistenza legale ai membri della consorteria criminale. Inoltre l’area non solo veniva presidiata da vedette con compiti di ‘vigilanza’ ma erano stati predisposti impianti tecnologici di sorveglianza quali telecamere e sensori di movimento utili a rilevare presenze nell’area esterna del perimetro della Torre 18 di possibili appartenenti alle forze dell’ordine. A ciò si aggiunge il fatto che gli indagati hanno sempre potuto ”contare” sulla collaborazione di molti condomini, a cui affidare i proventi quotidiani dello spaccio per eludere l’azione degli investigatori in caso di perquisizioni domiciliari. Le indagini, corroborate da attività tecniche, hanno consentito di operare 8 arresti in flagranza di reato, identificare 105 assuntori segnalati al Prefetto, il sequestro di circa 1 kg di cocaina per un complessivo di quasi 1000 dosi confezionate singolarmente e di una pistola trovata nella disponibilità di Omar Giovannetti. Oltre ai membri dell’organizzazione 20 persone sono state denunciate per favoreggiamento personale. Numerose le perquisizioni domiciliari delegate e di iniziativa che i Carabinieri hanno eseguito a carico di altrettante persone ritenute vicine all’organizzazione criminale.