Atac, quel gioco politico per non perdere consensi

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«Non faremo un passo indietro davanti chi mira a privatizzare Atac, strappandola dalle mani dei cittadini. Atac è e rimarrà pubblica. Per questo siamo al lavoro per rilanciare l’azienda, renderla più efficiente e competitiva. E lo vogliamo fare insieme ai dipendenti». La risposta più ovvia delle migliaia di utenti alle prese con un servizio di trasporto da terzo mondo potrebbe essere “e chi se ne frega basta che funzioni”. Ma in effetti non è così perché Atac con il suo miliardo e passa di debiti e un bilancio pervicacemente in rosso, potrebbe anche fallire. Eppure a dispetto della nostra piccola esperienza di utente in attesa di bus per delle mezz’ore, la Raggi ha il coraggio di affermare che «i primi risultati si stanno già vedendo». Che ci vuole davvero molta fantasia (non quella di Manuel l’amministratore unico di Atac) per fare una affermazione del genere. Ma dietro a questo ottimismo di facciata e a questa stucchevole demagogia ci sta un sottile gioco politico. Virginia sa benissimo che i servizi delle municipalizzate più importanti nel 2019 dovranno venir messi a gara perché così vuole la legge e l’Europa, ma lei non vuole certo perdere il consenso dei comunales e dei dipendenti delle municipalizzate sul quale poggia parte del suo successo elettorale. Poi da qui al 2019 si vedrà, sempre che questa amministrazione resti in piedi sino ad allora. Un tirare a campare fino a quella data quando magari le Ferrovie vinceranno la gara e lei potrà sconsolatamente aprire le braccia e dire ai quasi 13.000 dipendenti di Atac “io ho fatto il possibile, ma il destino è cinico e baro…adesso so c….vostri”. Una vision da bottega grillina non solo miope ma anche irresponsabile nei confronti delle sorti di questa azienda ancora senza un piano di risanamento credibile. Anzi, già che ci siamo e anche se la Befana è passata da qualche giorno (senza alcun rifermento alla affascinante sindaca), facciamo pure un bel regalone ai 52 dirigenti che proprio se lo meritano. Ai dirigenti ovviamente e non agli autisti che ogni giorno subiscono gli insulti degli utenti incazzati. Così il citato Manuel Fantasia decide di elargire 2 milioni di euro ai manager della municipalizzata per l’adeguamento del contratto, il riconoscimento dei premi di produzione per il 2017 e il 2018 e il versamento di buona parte di quelli bloccati dal 2012 al 2016. Compreso quindi il meritevolissimo periodo alemanniano di parentopoli dove Atac era impegnata a “produrre” posti di lavoro. C’è da rimaner basiti e il cittadino contribuente si chiede “ma premi di produzione de che?”. Anzi visti i risultati qualche dirigente sarebbe il caso di cacciarlo e magari di ridurre il compenso ad altri. Cosa che l’ex amministratore di Atac Rettighieri aveva pur cominciato a fare e che Virginia e Manuel hanno sapientemente smontato riassumendone qualcuno. In conclusione sta stucchevole storia della privatizzazione contro la quale anche tutta la sinistra strillava sino all’altro ieri, sta diventando una barzelletta perché sono le FS le più titolate a prendersi tutto il marcescente cucuzzaro di Atac. Che saranno pure ricettacolo di ogni nefandezza (e non è così) ma di privato hanno proprio ben poco.

Le Ragioni di Atac

“Arrivato in Atac – ha spiegato l’amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia – tra le varie anomalie che ho trovato, c’era anche questa: a far data dal 2000 – e in più occasioni – sono stati calpestati i diritti dei lavoratori, siano questi operai, autisti, macchinisti, impiegati, quadri, dirigenti o addetti a qualsiasi livello. È mia ferma intenzione dare una svolta al comportamento dell’azienda, per sua tutela ma anche per il riconoscimento del diritto dei lavoratori”. Il non riconoscimento di questi diritti ha infatti comportato la necessità di accantonare nei bilanci fino al 2015 importi pari a circa 24 milioni di euro. Per riconoscere i diritti dei lavoratori, Atac sta procedendo in via transattiva, con atti individuali e nelle sedi opportune onde evitare futuri contenziosi sui quali, in un passato anche recente, Atac è risultata soccombente. L’operazione consente di liberare oltre 9 milioni di euro a vantaggio di Atac e migliorare il bilancio 2016 dell’azienda, riconoscendo ai lavoratori circa 15 milioni di euro secondo i dettagli che seguono.

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