Bruno Astorre primo nei circoli. Ora il confronto con Mancini alle primarie regionali del Pd il 16 novembre

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Il senatore di Area Dem (Franceschini) Bruno Astorre vince il primo round del Congresso che eleggerà il Segretario regionale del Pd, superando nelle votazioni il deputato orfiniano Claudio Mancini al termine di tre giorni di votazioni. Ora la parola passa agli elettori delle primarie aperte che si svolgeranno il 25 novembre.

Questo il risultato: Astorre 9.174 (60,5%), Mancini 4.914 (32,4%) e il giovane Alemanni 1.082 (7,1%), in totale hanno votato 15.171 tesserati che dovrebbero rappresentare meno del 50% degli aventi diritto.

Un passaggio formale questo dei circoli perché la partita decisiva si giocherà fra due domeniche quando sarà sufficiente il 50% + 1 dei voti per diventare Segretario regionale.

Ma quella è una competizione del tutto diversa che potrebbe presentare anche delle sorprese. Certamente non nell’ambito della Provincia di Roma dove Bruno Astore ha raccolto alle politiche migliaia di preferenza e nemmeno nel frusinate visto il patto di ferro con i maggiorenti locali De Angelis e Buschini. A Roma Alemanni prende 542 voti (14,76%), Mancini 1519 voti (41,38%) e Astorre 1610 voti (43,86%). 

L’esito della competizione rappresenta anche un test importante per la corsa di Nicola Zingaretti alla segreteria del Pd che Astorre ha sostenuto sin dall’inizio, anche se il vero termometro sarà rappresentato dal livello della partecipazione popolare alle primarie.

Lo statuto del Pd prevede che se fra i tre candidati in lizza nessuno supera il 50% dei consensi si va all’assemblea Regionale degli eletti dai circoli dove poco più della metà dei delegati è concentrata su Roma.

È in assemblea che comincia il gioco delle correnti e per questa ragione orfiniani e renziani sperano di poter vincere ancora la partita. Infatti la Capitale manda all’Assemblea 106 delegati, la provincia di Roma ne manda 46, Latina 17 delegati, Frosinone 15, Viterbo 11 e Rieti 5.

Come previsto a Frosinone e in Ciociaria (eccetto Fiuggi) c’è stato un vero e proprio plebiscito per il senatore che ha prevalso anche in parte del litorale e nel viterbese, mentre Mancini ha vinto a Latina con 949 voti, pari al 70, 2 % e Astorre si è fermato a 348 voti (25,8 %), a Riccardo Alemanni 53 voti (3,9 %).

Le primarie del Pd del Lazio del 2014 che portarono Fabio Melilli per succedere ad Enrico Gasbarra, furono un mezzo flop perché alla chiusura dei seggi in tutta la regione votarono 48mila persone, di cui 12mila a Roma mentre nelle precedenti primarie che elessero Gasbarra i votanti furono 120mila di cui 40mila solo nella Capitale.

Sia come sia resta il fatto che le primarie del Pd rimangono comunque uno strumento di democrazia partecipata contro i pochi click su una piattaforma gestita da un privato per decidere le sorti politiche di molti eletti fra i 5stelle.

Giuliano Longo

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