Roma, Marchini non ottiene documenti sul patrimonio e chiama i Carabinieri

Scontro tra maggioranza e opposizione nel giorno della presentazione dell'emendamento alla delibera 88

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“Gli uffici non ci danno i documenti e noi abbiamo appena chiamato i Carabinieri, mentre in Consiglio va avanti la discussione per dismettere immobili per oltre 300 milioni di euro. Perché non sono in vendita tutte le sedi di partito? Perché si decidono di stralciare alcuni beni dalla delibera e inserirne altri? Forse dipende dall’amicizia giusta con qualcuno della giunta Marino?”. Lo dichiara in una nota Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio.

LA CRONACA DEI FATTI – “Siamo al Dipartimento Patrimonio da almeno due ore – aggiunge Onorato – e non ce ne andremo fin quando non ci forniranno l’elenco di tutti i beni affittati, liberi o occupati del Comune di Roma. Dopo un mese di richieste scritte e ufficiali, in palese violazione dello Statuto di Roma Capitale e del Regolamento dell’Assemblea capitolina, ancora non ci hanno consegnato l’elenco da cui l’amministrazione ha scelto i 751 immobili da vendere, con tutte le informazioni sulla gestione”. E’ questo l’ultimo esito polemico di una giornata caratterizzata dallo scontro politico sul maxi emendamento sulla dismissione del patrimonio. Mentre i Cinque Stelle annunciano il ricorso al Tar contro la delibera 88 e le opposizioni criticano in vari modi il provvedimento, la maggioranza porta avanti il suo provvedimento ben sintetizzato dal capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo.

LE PAROLE DEL CAPOGRUPPO – “Con questa delibera pratichiamo un’operazione di trasparenza che non si faceva da quindici anni. Apriamo una stagione nuova con l’obiettivo di vendere parte del patrimonio comunale per acquistarne dell’altro, perche’ vendere un alloggio per esempio a Fontana di Trevi ci consentirà di acquistarne altri tre in periferia per dare risposte a chi da anni attende un alloggio popolare”. “Abbiamo dato la possibilita a chi è in regola di acquistare da luoghi diversi dal Centro con una diminuzione rispetto al prezzo di mercato del 15%, senza nessun regalo – ha proseguito Panecaldo – Un altro elemento importante è la vendita della nuda proprietà degli ultrasettantacinquenni per voltare pagina a un malcostume tutto italiano di considerare privato un bene che in realtà è pubblico, tramandandolo di padre in figlio. Il bene pubblico e pubblico e lo si utilizza per il tempo necessario”.

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