L’annuncio di papa Francesco del prossimo Giubileo elettrizza la classe politica romana piuttosto abbacchiata dopo le note vicende di Mafia Capitale. Per non parlare del sindaco Ignazio Marino che non sta più nella pelle tanto da dichiarare subito dopo lo storico annuncio che “lui e Roma sono pronti” (de che?). E già che c’è Ignazio chiede al Governo 100 milioni tanto per cominciare.
IL PIANO – Quanto siano invece entusiasti i romani vessati da sevizi inefficienti e degrado urbano diffuso, è tutto da vedere. Ma il Papa è il Papa. Comunque Marino che ha subito telefonato al presidente della regione Zingaretti ha le (sue) idee chiare. Sindaco decisionista per natura, già prefigura “decine di milioni di presenze” e prevede ”una accelerazione dei progetti sui trasporti a Roma” con un “collegamento con l”aeroporto di Fiumicino dove oggi c”e” una frequenza di treni troppo bassa per i milioni di pellegrini che arriveranno”. Poi “bisognerà prendere misure per i grandi pullman turistici. L’idea è quella di lasciarli al di fuori del centro storico dove immagino si debba arrivare, e ci si debba spostare, con il ferro”. Il suo assessore ai lavori pubblici Pucci, che per il giubileo del 2000 ha già lavorato, esclude grandi opere (anche perché l’immensa Vela di Calatrava a Tor Vergata è da completare e non ha ancora una destinazione se non nelle chiacchiere) e punta ad aggiustare quanto è possibile della scassata macchina di questa città. Ma, ripetiamo, il Papa è il Papa e al volere divino ci si inchina costi quel che costi.
PREOCCUPAZIONI – In verità qualche vocina preoccupata si è levata per l’evento che parte il’8 dicembre 2015. Ne avevano parlato ieri l’on. Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd Lazio che chiedevano immediatamente una cabina di regia con il Governo, la Regione Lazio, il Comune di Roma, le forze dell’ordine, il terzo settore, il sistema di protezione civile. Perché gestire milioni di pellegrini “in una città non organizzata può rappresentare un pericolo anche grave per chi arriverà a Roma e può creare disagi insostenibili per i romani.” Che è un po’ come togliere dalle mani dell’intraprendente sindaco la primazia dell’evento per affidarla a mani più esperte. E a proposito di mani esperte interviene anche l’ex sindaco Francesco Rutelli che dell’organizzazione e del successo del giubileo del 2000 fece motivo di vanto per alcuni lustri. Così ci spiega che “il Giubileo 2015 non sarà quello delle grandi folle” e ricorda che quello da lui preparato in qualità di primo cittadino “era partito in maniera ben diversa: i 5 anni di preavviso mossero 150 riunioni e 80mila volontari ad accogliere 70 milioni di pellegrini.” Un Impegno che fu reso possibile grazie ad un lavoro di squadra che vide impegnati personaggi del calibro di Luigi Zanda. Che oggi Roma disponga di un personale politico e amministrativo all’altezza pare dubitarne la stessa Bonaccorsi, ma forse la soluzione per il governo dell’evento potrebbe essere a portata di mano se fosse propio lo stesso Rutelli a ricoprire l’incarico di Commissario per il Giubileo. C’è chi lo dà per certo visto che di Rutelliani nella squadra di Matteo Renzi ce ne sono già parecchi. Sempre che non si faccia ombra al protagonismo del sindaco che vede in questa ricorrenza la manna dal cielo per il suo riscatto. Tanto che all’appello divino, come un soldatino, ha risposto “son pronto”….presente!
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