Si è dimessa l’intera giunta del X Municipio compreso il minisindaco Andrea Tassone del Pd, che non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, alla guida di uno dei maggiori municipi che va dal litorale di Ostia fino ad Acilia, Casalpalocco e Infernetto. E’ stato proprio Tassone a decidere che serviva un gesto eclatante così oggi, insieme al commissario del Pd Matteo Orfini e alla presenza del senatore Stefano Esposito, commissario democrat di Ostia, ha indetto una conferenza stampa per spiegare le motivazioni di questa decisione.
MALAVITA SUL LITORALE – La causa sta nella persistente invadenza della malavita organizzata che tiene tutt’ora sotto scacco il litorale romano. Lo dimostrano le indagini della Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale che individuavano nel clan Fasciani, e nel suo leader Carmine, i vertici della gestione del traffico di stupefacenti per tutta l’area. Per Carmine Fasciani e per la figlia Sabrina il tribunale di Roma lo scorso gennaio ha riconosciuto per la prima volta la condanna per associazione mafiosa condannandoli rispettivamente 28 e 25 anni di carcere. «Spero che il sacrificio e il lavoro mio e della mia Giunta venga rispettato, la nostra è stata un’assunzione di responsabilità – ha detto Tassone- ma non ci sono le condizioni per andare avanti.»
DA SOLI NON CE LA FACCIAMO – Per poi aggiungere «al momento del nostro insediamento sapevamo cosa c’era in quel Municipio, credevamo di farcela da soli con quei pochi strumenti che avevamo a disposizione, ma la nostra forza e l’impegno non sono stati sufficienti, perché Ostia è diversa dagli altri Municipi» ha spiegato Tassone, perché «ci sono grandi interessi economici, criticità da affrontare tutti insieme, dall’abbattimento del ”lungomuro”, all’assegnazione delle spiagge.» Ma dopo aver difeso il lavoro sino ad oggi svolto da lui e dalla sua giunta ha ricordato che da tempo chiedeva la rotazione degli incarichi amministrativi nel suo Municipio ancor prima degli arresti dei funzionari avvenuti a novembre. «Con il materiale umano che avevamo a disposizione- ha concluso- non potevamo combattere le nostre battaglie. Spero che il sindaco ascolti il nostro appello.» Con un chiaro riferimento alle responsabilità dell’attuale amministrazione capitolina per la sua incapacità di mettere mano ai propri apparati burocratici.
[form_mailup5q]