Mancano poco più di sette settimane all’inizio del giubileo e ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato “entro l’anno” un provvedimento da “poco meno di un miliardo” per “Giubileo e Terra dei fuochi”. Fondi importanti per migliorare il funzionamento della città di Roma che da mesi non dorme sonni tranquilli tra trasporti difficili e strade piene di rifiuti, anche se con il Giubileo la città guarda con ansia anche due problemi chiave che rischiano di diventare altrettante emergenze: gli scioperi e la sicurezza. Temi che proprio ieri hanno affrontato il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, in audizione alle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro del Senato, e il prefetto Gabrielli in una intervista a Repubblica.
Sul fronte degli scioperi Alesse ha constatato una situazione di fatto che appare drammatica: “Siamo alla vigilia del Giubileo e, allo stato, non sembra che siano stati raccolti gli appelli lanciati dall’Autorità di garanzia al Governo e alle parti sociali in ordine all’opportunità di dar vita ad un protocollo d’intesa che fissi una tregua sindacale, quanto meno per le giornate più rappresentative, come avvenne in occasione del Giubileo del 2000”. Una tregua sindacale prevista per legge insomma, per evitare che agitazioni sindacali possano sorprendere la città e metterne in crisi la già complessa organizzazione. In questo senso Alesse ha chiarito: «Sarebbe necessario prevedere, per legge, il principio che, nel caso dei grandi eventi di rilievo nazionale o internazionale, su segnalazione delle istituzioni interessate, l’Autorità possa estendere l’obbligo di osservare la ‘franchigià, periodo durante il quale, come è noto, non è possibile attuare astensioni dal servizio. Ciò, ovviamente, oltre che per evidenti motivi di sicurezza collegati al grande flusso degli utenti, anche per la tutela del prestigio dell’immagine del Paese». E nel caso di scioperi selvaggi Alesse rincara la dose: «Sarebbe opportuna l’individuazione di un’apposita sanzione per i singoli lavoratori» specificando inoltre che la sanzione assumerebbe forma «pecuniaria nella forma della sospensione del servizio e della relativa retribuzione, determinata nel minimo e nel massimo».
Da lato della sicurezza per la Roma del Giubileo è stato invece il prefetto Gabrielli a definirla una “priorità assoluta”. «Premesso che il prefetto in questa città così complicata e così piena di veleni deve essere la garanzia per tutti, io sono innanzitutto un poliziotto. Dunque, la sicurezza è la mia prima preoccupazione». Per questo dopo la fine di Expo Milano dovrebbero arrivare a Roma almeno duemila militari dell’esercito, anche se molti restano i luoghi sensibili e le personalità monitorate e a rischio terrorismo, primo tra tutti il Papa. A questo proposito Gabrielli ha ricordato “Purtroppo sappiamo di stare dentro una minaccia. Ma abbiamo sul territorio una fitta rete di intelligence e, finora, non ci sono arrivati segnali da organizzazioni strutturate. Più pericolosi sono i cosiddetti lupi solitari. Il governo ci ha promesso che, dopo la chiusura dell’Expo, invierà altri uomini, anche soldati». Quanto alla risposta che Roma è già in grado di mettere in campo Gabrielli ha assicurato la disponibilità della sala operativa della Polizia nel quartiere di Piramide dove avrà sede la cabina di regia della sicurezza giubilare. «E poi – ha ricordato – avremo finalmente il numero unico che ci chiede l’Europa e che la Lombardia ha già: il 112. A partire dal 17 novembre il 112 sostituirà il 115 e il 118 e a partire dal 30 novembre anche il 113. E il numero unico resterà anche dopo il Giubileo».
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