Elezioni comunali, a sinistra del Pd spunta anche Bray

Fassina chiede di aprire una riflessione sulle primarie e attacca Renzi e Giachetti

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Dopo le vicende di Napoli con il ricorso di Bassolino e l’insoddisfacente partecipazione di popolo alla primarie del Pd di Roma, si apre una riflessione su questo strumento di partecipazione popolare che secondo Stefano Fassina di Sinistra Italiana deve essere “assolutamente e urgentemente” regolamentato.

MASSIMO BRAY E LA POSSIBILE CANDIDATURA ALLE COMUNALI DI ROMA

Ma non è solo questo il problema per i Democratici che nella Capitale potrebbero vedersi spuntare a sinistra un altro candidato, oltre allo stesso Fassina, nella persona di Massimo Bray, direttore della Treccani e già ministro del ministero dei beni culturali con Enrico Letta. Una candidatura che potrebbe trovare l’appoggio oltre che di Sel/SI da una eventuale lista Marino e almeno di parte della sinistra del PD. È lo stesso Fassina ad ammetterlo su La7. In tal caso, secondo Stefano, si renderebbero necessarie altre primarie a cui potrebbero partecipare, oltre a lui, Bray e forse lo stesso ex sindaco di Roma. «Se (loro, ndr) sceglieranno di candidarsi a sindaco nella nostra area – ha commentato nel corso della trasmissione – faremo le primarie e sarà un momento di forza e di miglioramento della nostra credibilità».

L’ATTACCO DI FASSINA A RENZI E GIACHETTI

Di fronte alle critiche di Giachetti che hanno alimentato le polemiche sulle primarie del Pd di domenica scorsa, Fassina ha osservato che, rispetto alle primarie del 2013, oltre 50mila romani non sono andati a votare «perché il Pd ha rotto con larga parte del popolo del centrosinistra che non lo voterà anche se il sottoscritto dicesse che ritorna nel Pd» e lo stesso Bray non si candidasse. Poi polemizza con Giachetti che solo da ieri ha parlato del suo programma di governo. Probabilmente perché «ha un accordo, evidentemente personale, con il presidente del Consiglio per finanziare il prolungamento della metro C, per intervenire e lasciare le forze di polizia del Giubileo oltre la durata dell’Anno Santo e su altri punti». Il fatto che il presidente del Consiglio «utilizzi le funzioni che svolge a seconda delle convenienze politiche è inaccettabile». Una discutibile prassi che Renzi avrebbe già esercitato «con Marino negando i trasferimenti per il Giubileo fin quando non è riuscito a buttarlo giù» mentre il giorno dopo «quando è arrivato Tronca, sono arrivati i trasferimenti». Per questo l’on. Fassina ha già presentato un’interrogazione per chiedere al Governo «di ufficializzare gli impegni sulla metro, sulla sicurezza e assicurarli a chiunque governerà Roma».

LE SCHERMAGLIE ELETTORALI

Tanto per non farsi mancare niente c’è stato anche un botta e risposta via Twitter (e te pareva!) tra l’on. Alessandro Di Battista del Movimento 5Stelle e il commissario del Pd romano Matteo Orfini, sulle presunte schede bianche ”gonfiate” per aumentare il dato dell’affluenza alle primarie. «#primarieRoma Presidente @orfini cioè inserite schede bianche per gonfiare i numeri?#MafiaCapitale inizia così!» Ribatte Orfini «@ale_dibattista sarebbe piuttosto curioso gonfiare la partecipazione attraverso l’astensione. Un discreto non senso». Schermaglie pre-elettorali e polemiche sia a sinistra che a destra sulla vicenda Bertolaso, che rendono ancora più confuso il quadro di una campagna elettorale che a nemmeno a tre mesi dalla scadenza risulta affollata di candidati. Come se Roma fosse una prateria aperta a tutte le scorribande politiche. Nel frattempo la grillina Virginia Raggi si frega le mani e fra se e se commenta “grande è il disordine sotto i cieli e pertanto la situazione è eccellente”. Copyright Shakespeare copiato da Mao Zedong.

 

Giuliano Longo

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