Ormai ci siamo e la patata bollente di Atac probabilmente sarà una delle prima grane che il prossimo sindaco dovrà affrontare. Già sullo scorcio finale dell’amministrazione Marino si erano fatti passi in avanti per l’ingresso delle FS nella società di trasporto municipale. Fra i più fervidi fautori l’assessore Improta che lasciava la poltrona al senatore Esposito (che è anche vice presidente della commissione trasporti del Senato) ma che in materia non si era espresso preferendo “martellare” sulla governance della municipalizzata e sui suoi dirigenti. Ma se sul futuro della municipalizzata sussisteva qualche dubbio a dissiparlo ci ha pensato martedì pomeriggio l’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane, Renato Mazzoncini, rispondendo alle domande nel corso della sua audizione alla commissione Trasporti della Camera.
MAZZONCINI: FERROVIE PRONTE A MUOVERSI
«Quando Atac mollerà la rete, ha detto senza tanti giri di parole, saranno già pronte le aziende straniere, quindi o ci muoviamo noi o si muoveranno sicuramente loro.» Scadenza ultima il 2019 quando per legge, anche i servizi di trasporto municipale dovranno venire messi a gara. Così le Ferrovie dello Stato si preparano ad affrontare la Deutsche Bahn tedesca e la Ratp francese che in Italia operano già e si stanno preparando all’assalto finale. «Gli enti locali di sicuro molleranno- dice l’ad FS- e l’unica grande azienda del Paese in grado di intervenire è FS visto che siamo l’unico soggetto che può proporre un’integrazione anche dal punto di vista tariffario». Mazzoncini non nasconde di essere particolarmente interessato al trasporto urbano a Roma su gomma e sia augura che il Campidoglio mandi al più presto a gara il trasporto urbano con buone possibilità di vincerla. I contatti con il Comune sarebbero già a buon punto anche perché ormai la situazione di Atac è insostenibile «con 1,7 miliardi di debiti tecnicamente fallita.»
ATAC E LA FUTURA AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA
Quindi i futuri amministratori del Comune «sarebbero sprovveduti a non avviare interlocuzioni con noi visto che Fs ne ha già in corso altre anche con il Friuli Venezia Giulia e Salerno.» Discorso chiaro ma che non sarà sicuramente oggetto di questa campagna elettorale ( quanto meno in modo chiaro) dove prevarrà ancora, come si nota dalle prime avvisaglie, l’arroccamento in difesa di Atac pubblica, municipale, intangibile e sacra a sinistra come a destra e fra gli stessi grillino. Tutti eviteranno la sostanza del problema gettando la polvere sotto il tappeto di soluzioni “altre” palesemente insostenibili. Che poi l’aggressività estera sul mercato del trasporto pubblico italiano si vada manifestando da tempo nelle più varie forme, lo dimostra anche quel project financing RATP/Ansaldo che doveva rifare completamente la Roma Lido e in origine approvato da Zingaretti. Quasi 500 milioni per ristrutturare la linea per poi cederla in gestione mantenendone la proprietà regionale. Ma di fatto il progetto è stato bloccato dal ministro alle infrastrutture Delrio che si è impegnato a finanziare l’opera con circa 200 milioni mettendolo a gara con la possibilità di attendere almeno altri due anni prima di vedere un cantiere aperto e attivo. Ed è proprio sul disastroso stato dei trasporti romani, oltre che sul resto, che i vincitori della competizione capitolina potrebbero andare a sbattere se non si aprissero all’ingresso di altri gruppi, in questo caso di mano pubblica come le Ferrovie.