Elezioni, Berlusconi cede e alla fine sceglie Giorgia Meloni

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Contrariamente alle voci diffuse, il tormentone sulla candidatura romana del centro destra si è concluso a favore di Giorgia Meloni tanto che Guido Bertolaso in tournée nelle periferie è stato chiamato urgentemente a palazzo Grazioli per ricevere la ferale notizia: Giorgia sarà la nostra candidata. Dove per “nostra” si intende la candidata di Forza Italia, Fratelli D’Italia e Lista Salvini. Martedì scorso a palazzo Grazioli erano arrivati Renato Brunetta, Maurizio Gasparri e Antonio Tajani per valutare il risultato dei sondaggi della Ghisleri alle cui profezie spesso l’ex Cavaliere ha affidato le sue scelte politiche. Massimo riserbo sui numeri che pare diano Bertolaso più vicino al 7% che al 10%, mentre Giorgia potrebbe addirittura arrivare al ballottaggio con la Raggi del Movimento 5stelle, data per favorita. Numeri che hanno dato fiato a tutti quei maggiorenti locali di Forza Italia che premevano su Berlusconi in favore di Giorgia per non sparire dalla scena politica capitolina, ma soprattutto dall’aula Giulio Cesare dove FI rischiava di portarci con Bertolaso non più di 2 o 3 consiglieri.  Silvio nelle ultime settimane aveva sentito anche Marchini che però i sondaggi danno ancora un gradimento ri-compreso in una “forchetta” fra il 6% e il 9% dei consensi, stime che l’imprenditore ha sempre respinto con sdegno parlando di una sua fulminante rimonta. Passati i malumori (ma gli interessi della politica sono sempre prodighi di sorprese last minute) per il tradimento di Giorgia e Matteo che pure erano inizialmente d’accordo sull’ex manager della protezione civile, ha ceduto alla evidenza dei pronostici, ma soprattutto ha ceduto di fronte a Salvini che con la Lega supera di qualche punto FI a livello nazionale. Come Giorgia e Silvio riusciranno a far fare un passo indietro a Guido rimane un mistero, anche perché Bertolaso su tutta questa vicenda ci ha messo la faccia. D’altra parte è sempre stato proprio lui ad affermare l’assoluta obbedienza ai voleri dell’ex Cavaliere, che esce malaccio da tutta questa vicenda che di fatto indebolisce la sua leadership nazionale. Rebus sic stantibus chi comincia a dormire sonni poco tranquilli è il candidato del Pd Roberto Giachetti che rischia di non arrivare nemmeno al ballottaggio portando in Consiglio una sparuta pattuglia di 7 candidati, lui compreso. L’unica speranza del Pd è quella di spostare al voto astensionisti ed incerti che sfiorano il 50%, ma che sono oggetto anche degli appetiti dei 5stelle. Comunque ora la competizione si semplifica (si fa per dire) con solo 5 candidati autorevoli se Storace deciderà di confluire sulla camerata di un tempo, mentre  il Pd rischia di pagare amaramente il prezzo di un accordo non trovato e forse nemmeno cercato, con Fassina e i suoi.

Giuliano Longo

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