Ore 15 Virginia Raggi e Roberto Giachetti finalmente a confronto su Rai3 da Lucia Annunziata, con Bobo determinato e tranquillo, Virginia un po’ emozionata e aggressiva. Eppure quasi metà del confronto viene dedicato alle Olimpiadi che per la candidata del M5S non sono un priorità, ma lascia aperta la porta ad una valutazione futura, e quello del Pd che tenta di mettere Virginia alla corde spingendola verso un sì o un no deciso.
Un rivoltare il coltello nella piaga dei dubbi della Raggi, mentre Giachetti appare convinto che questo sia il tema forte di questo scorcio di campagna elettorale pre ballottaggio. Quindi è proprio lui ad esaltare le possibilità di sviluppo di quest’evento per tutta la Capitale e lei convinta che le priorità più urgenti siano altre, trasporti, buche ecc. Problemi che Giachetti non ignora e che sul finire nel confronto dichiarerà essere fra i primi punti del suo lavoro di sindaco se verrà eletto.
Un altro nodo che potrebbe mettere in difficoltà la Raggi è la sua posizione su Acea che, a detta degli avversari della “grillina”, sta perdendo in borsa proprio nella prospettiva di una sua vittoria.
Affermazione strumentale, dice lei, che invece intende rivedere i vertici della società per migliorarne la funzione pubblica e investirne i profitti in nuovi investimenti soprattutto nella gestione delle acque, sulla scorta di un referendum popolare. Giachetti sembra invece di capire che non intende toccare gli equilibri dell’azienda che vedono un socio privato forte quale Caltagirone, mentre al più chiederà ad Acea un piano per una adeguata illuminazione della città soprattutto nelle periferie. Ma nel confronto di questa domenica pomeriggio si è affrontato anche il problema delle partecipate che Virginia vuole rigorosamente pubblico, come anche Giachetti che pure a suo tempo aveva manifestato qualche apertura dell’ingresso delle Ferrovie in Atac. Virginia vorrebbe invece sfoltire e razionalizzare le municipalizzate in vista della normativa europea del 2019 che prevede la messa a gara del Tpl, scadenza per la quale Atac dovrà presentarsi risanata e competitiva.
Giachetti illustra i risultati già conseguiti da Ama nel risanamento e apprezza il lavoro dell’attuale dg Rettighieri senza risparmiare alla sua avversaria un “calcetto sugli stinchi” quando cita l’appoggio a Virginia di Michaela Quintavalle a capo di quel sindacato di autista che qualche vota ha messo in ginocchio Roma con i suoi scioperi. Comunque nessuno dei due si sbilancia perché risanare potrebbe anche voler dire licenziare. Sui campi rom a ben vedere entrambe propongono lo smantellamento graduale con la verifica dei redditi di chi ci vive, ma senza proporre soluzioni di breve respiro.
Dove la differenza c’è fra i due è invece sulle occupazioni di edifici e i centri sociali che secondo la Raggi debbono rientrare nella legalità e dismettere le occupazioni abusive, mentre secondo Giachetti ai movimenti dal basso o associativi vanno fornite strutture agibili. Sberloni sul finire della trasmissione tutto sommato condotta sul filo del bon ton, quando la Raggi afferma che i campi nomadi non sono stati toccati perché nel circuito di interessi delle coop di Buzzi che finanziava le campagne elettorali del Pd mentre Giachetti le contesta l’endorsement di Alemanno nei suoi confronti facendo finta di non sapere che lo ha fatto anche Ignazio Marino.
Insomma, che da questa mezz’ora siano venute proposte originali ed eclatanti non ci pare , se non quella di Virginia, che potrebbe suscitare scalpore negli ambienti finanziari, di voler rinegoziare con le banche gli interessi dei 13 miliardi dei debiti accumulati da Roma che cittadini e governo finiranno di pagare tra trent’anni. Fra pochi giorni la parola al popolo che dopo tanti mesi di campagna elettorale con 5 candidati al primo turno, ne ha ascoltate di tutte e di più. Poi si vedrà chi sarà veramente a governare la complessità questa Capitale.
Giuliano Longo