Parla prima a Radio 24 da Oscar Giannino, poi alla Radio Vaticana dando un quadro chiaro del suo pensiero anche via etere, con una sola certezza: quella di risanare l’azienda che guida prima di qualunque decisione di darla o no ai privati. Per Marco Rettighieri, neo direttore generale di Atac il cambio di passo dell’azienda deve partire da una nuova “cultura aziendale” oltre che dagli sforzi indispensabili per sistemare i conti. «Onestamente “fare a pezzi” l’azienda mi sembra complicato… E poi non so chi potrebbe comprarla in queste condizioni». Per risanare il pachiderma di via Prenestina i tempi non sono brevi: servono, per Rettighieri «due anni per andare in pareggio e tre anni per andare in attivo».
Sullo sciopero di ieri sera non ha lanciato critiche particolari ma ha provato a dare una visione diversa dei rapporti tra lavoratori e sindacati, anche nella prospettiva di miglioramenti che riguarderanno i lavoratori, come sul fronte della produttività. «Con la commissione di garanzia sul diritto allo sciopero, con cui abbiamo frequenti relazioni in tema di organizzazione sindacale, stiamo vedendo di arrivare ad un documento il più possibile condiviso – ha detto Rettighieri su Radio24 – Deve cambiare la cultura aziendale e bisogna guardare al panorama mondiale o europeo dove si parla spesso di sciopero virtuale o di iniziative che possano danneggiare l’azienda ma non l’utente».
Poi nell’intervista alla Radio Vaticana ha ribadito luci e ombre del nuovo corso: «Sono soddisfatto dell’incremento della bigliettazione, sono meno soddisfatto tutto sommato delle relazioni con i sindacati che potrebbero decisamente migliorare. Qualcuno, non certo dei sindacati ma in generale, non ha ben capito la situazione di Atac e gli sforzi enormi che stiamo facendo per ritirarla su».
Risanamento innanzitutto, con l’obiettivo di riportare fondi nelle casse per rinnovare, riparare, rendere più efficiente l’azienda. «Sui disservizi stiamo mettendo mano, ma se non arrivano fondi nuovi per acquistare mezzi è difficile. Lo ribadisco oggi e lo ribadirò al nuovo sindaco: bisogna implementare il parco mezzi».
F.U.