Ama, Fortini vicino alle dimissioni

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Non girano bene le cose per Daniele Fortini, nominato presidente e amministratore delegato da Ama dopo che Ignazio Marino l’aveva ripescato dalla corrispondente società dei rifiuti di Napoli senza che la sua dipartita gettasse nell’angoscia il sindaco della città Partenopea De Magistris. Convinto che la chiusura di Malagrotta risolvesse ogni problema e tenace oppositore dei termovalorizzatori sulla linea dell’allora assessore Estella Marino, ha puntato tutto sulla raccolta differenziata, sotto sotto sperando  di poter ereditare gli impianti dell’avvocato Cerroni, coinvolto nelle note vicende giudiziarie, a prezzi di saldo. Fatto sta che gli impianti per il trattamento dei rifiuti della Colari oggi servono come il pane, mentre il cosiddetto umido residuale viene tranquillamente fatto bruciare al nord o addirittura in Germania dopo l’approvazione della Regione al trasferimento di quei rifiuti all’estero.

IMMONDIZIA PER STRADA A ROMA

Attualmente Roma ridotta è a “monnezzaio stradale en plein air” e qualcuno comincia a dubitare che il 45% di raccolta differenziata abbia risolto gran che soprattutto se gli impianti di trattamento non funzionano o funzionano male.
Ovviamente la sindaca Raggi non può tollerare questa situazione che getta un’ombra di inefficienza sulla sua amministrazione nonostante il decisionismo grillino conclamato. Succede allora che l’assessora all’Ambiente Paola Muraro, peraltro già consulente pagata da Ama proprio per verificare la funzionalità  degli impianti di trattamento quale quello sulla Salaria, si precipiti a via Calderon della Barca per un «confronto faccia a faccia con i dirigenti della municipalizzata, in primis il presidente e ad, Daniele Fortini.

INCONTRO FORTINI – MURARO NELLA SEDE AMA

«Non ci muoviamo da qui fino a quando non abbiamo un documento operativo di recupero» ha detto la Muraro, aggiungendo minacciosa che «un rappresentante dell’amministrazione, a turno, rimarrà perché Ama deve dare una risposta ai romani». Siccome poi il 5Stelle di rete ci campa l’assessora ha fatto sapere  che stava trasmettendo l’incontro in diretta dalla pagina Facebook del M5S Roma. Scelta strategica di comunicazione visto che centinaia di migliaia  di romani non hanno meglio da fare che giocherellare ogni minuto sui social.

LA DIRETTA SUI SOCIAL

«Quando vedete i sacchetti in strada li dovete raccogliere subito, il vostro lo dovete fare» ha detto la Muraro inviperita aggiungendo «esiste un problema cronico di Ama, che passa per raccogliere i rifiuti in strada alle ore in cui è stabilito e si disinteressa di quello che succede dopo. Ieri sono passata per via Nazionale e nelle stradine intorno c’erano montagne di sacchetti neri fuori dalle porte dei ristoranti: in un momento di allerta terrorismo non si può lasciare in strada una montagna di sacchetti dove potrebbe nascondersi una bomba».
Mamma santissima, ci mancava pure il terrorismo della monnezza a turbare i nostri sonni! Fortini che ha a che fare con la robusta corporazione sindacale degli scopini ribatte «il problema è che i mezzi passano un’ora e mezza in coda per conferire i rifiuti nei compattatori. Dopo sei ore di turno più massimo due di straordinario, perché oltre sarebbe pericoloso per la salute dei lavoratori, chi esce di nuovo dall’impianto non riesce a concludere il giro, e quindi rimangono delle zone scoperte».

MEGLIO 2000 OPERATORI DI 200…

E aggiunge «dobbiamo fare un accordo con le organizzazioni sindacali. Se di domenica al posto di 200 operatori ne avessimo 2000…» come se gli attuali 8000 dipendenti Atac fossero una bazzecola. Ma l’assessora Muraro ribatte «dovete dirci come intendete decongestionare gli impianti Ama a Rocca Cencia, che da ottobre è in condizioni critiche, e al Salario, ripartito dopo l’incendio, dove ci sarà la visita del presidente del Municipio (oddio che paura… ndr) c’è un esposto dei cittadini e ci sono stati dei rilievi dell’Arpa di cui ancora non sappiamo i risultati. Non possiamo continuare a scaricare  lì, perché quelle ora sono discariche. Noi da qui dobbiamo uscire con un piano di rientro, sia sulle strade sia sugli impianti». Poi l’inevitabile scaricabarile «Ho scritto alla Regione Lazio il primo giugno dicendo siamo in difficoltà – dice Fortini- , sappiate che abbiamo bisogno di aiuto. La risposta io non ce l’ho, non l’ho mai avuta».

Come se Ama non fosse vincolata ad un contratto di servizio con il Campidoglio che costa fior di milioni ai contribuenti i quali pagano anche la tassa sui rifiuti più alta d’Italia.

Giuliano Longo

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