Roma, Lido, dopo il no ai francesi tanto fumo e poco arrosto sul futuro

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Come pubblicato ieri da Il Giornale della Provincia, la Regione Lazio, con una delibera di giunta, ha bocciato il project financing della francese Rtp sulla  Roma – Lido. Ragione per cui i cugini d’oltralpe si sono ritenuti in dovere di precisare che solo oggi era scaduto il termine di 3 mesi dato alla Regione per il progetto che intendeva  rinnovare e prendere in gestione la Roma-Lido. La proposta, di Ratp Dev Italia (Asaldo)  era già stata sottoposta alla Regione da almeno due anni, sino a quando aveva trovato una forte opposizione da parte del Governo e del Comune di Roma che avevano giudicato l’operazione non conveniente, tanto che il ministro dei Trasporti Del Rio a febbraio si era assunto l’impegno di un intervento pubblico diretto anche grazie alle Ferrovie dello Stato.
Il progetto in salsa francese prevedeva di  trasformare la Roma-Lido in una “vera e propria linea metropolitana” grazie a “maggiori frequenze di passaggio e aumento dei treni di linea”. L’ammodernamento del parco rotabile  garantito dall’introduzione di 17 nuovi treni innovativi con una frequenza  ogni 6 minuti e 30 secondi in entrambe le direzioni dal settimo anno. Il tutto per  un investimento  di 450 milioni, metà dei quali con fondi privati a fronte di un canone di servizio per i francesi  di 42 milioni contro i 53 milioni pagati a l’Atac, il cui contratto è scaduto nel 2012. Ovviamente la proprietà dell’infrastruttura e dei mezzi, così come i ricavi della bigliettazione, rimanevano alla Regione che non avrebbe dovuto  pagare costi aggiuntivi per manutenzione ordinaria e straordinaria per  25 anni. Sin qui la proposta dei francesi che si vedono sfuggire la possibilità di realizzare il project financing,  formula non particolarmente ben vista in Italia soprattutto alla luce delle recenti vicende dell’autostrada Pedemontana nel Veneto. D’altra parte la Regione non avrebbe potuto fare altrimenti dopo le rassicurazioni del ministro che a febbraio affermava «ci sono delle linee, come la Roma-Lido, in cui il Ministero è pronto a giocare un ruolo ad affiancarsi agli enti locali».
Una nuova stagione per quella linea con il sostegno di Ferrovie a loro volta cointeressate. Affare fatto, garantito anche da Matteo Renzi che qualche mese dopo prometteva un miliardo e mezzo alla Regione (patto per il Lazio) dai quali trarre i fondi destinati a quella linea.  Ora l’assessore Civita  parla di una commissione tecnica già al lavoro della quale si è persa traccia, mentre i soldi promessi da Renzi dovrebbero arrivare a settembre, se tutto va bene. Semmai desta qualche preoccupazione il rientro in partita (ma lo voleva anche l’ex assessore Improta)  di Atac, che non rappresenta certo un modello di progettazione, se non fosse per le insistenti voci di un  ingresso nella municipalizzata delle Ferrovie per raddrizzare la disastrata società. Insomma una grande famiglia: Atac, Regione Ferrovie, per la quale la sindaca Raggi non manifesta irrefrenabili entusiasmi, ma i conti sono tiranni e nonostante il bravo dg Rettighieri la società capitolina registrerà ancora un buco di 70 milioni in bilancio.  Come si sia poi evoluta la situazione nel frattempo, a parte i vari annunci,  non è dato sapere.  Civita giura che da mesi è avviata «una collaborazione (dove, come, quando?) con RFI per definire un piano generale di ristrutturazione e messa in sicurezza, con l’obiettivo di utilizzare i 180 milioni per la Roma–Lido, frutto dell’intesa fra Regione e Governo, appena disponibili.» A voler pensar male si potrebbe sospettare che dal febbraio ad oggi non sia successo un bel niente se non l’attuale gran rifiuto ai francesi sui quali pure la Regione aveva inizialmente puntato. Per il resto tanto fumo e poco arrosto, mentre i pendolari di quella disastrata linea sono ancora in attesa di conoscere quale sarà la loro sorte nei prossimi anni.
G.L.

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