La seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina sulla questione rifiuti – richiesta dalle opposizioni – alla presenza del sindaco di Roma Virginia Raggi e dell’assessore all’Ambiente, Paola Muraro, si terrà probabilmente la prossima settimana.
Non si placano, dunque, le polemiche di questi giorni. Secondo Daniele Fortini, presidente dimissionario Ama, ospite ieri di Serena Bortone ad Agorà Estate Rai Tre «il sindaco Raggi è stata manipolata da iniziative non sue. Chi doveva prendere decisioni non lo ha fatto: le responsabilità sono distribuite su tutti». Inoltre «il Comune può requisire a Manlio Cerroni l’impianto di Rocca Cencia. Non doveva essere costruito in quell’area ma dentro il perimetro della discarica di Malagrotta. Mi è stato chiesto di portare rifiuti in un impianto abusivo».
COLARI REPLICA – Rispetto a tali dichiarazioni, però, Colari risponde e precisa quanto segue: «la stazione di Tritovagliatura è stata autorizzata con la Determinazione Dirigenziale R.U 7225 del 6/10/2011 con scadenza 6/10/2021 e pertanto non può ritenersi in alcun modo abusiva. Quanto alla sua collocazione a Rocca Cencia si precisa che è stata realizzata in alternativa alla Stazione di Trasferenza di Rocca Cencia dove l’Ama fin dal 1985 ha scaricato milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati trasportati dai suoi automezzi e da dove il Colari, con i famosi “verdoni”, li trasferiva a Malagrotta dove venivano interrati. Quando ciò non è stato più possibile, a seguito della procedura di infrazione (n.4021/2011) aperta dalla Commissione Europea nei confronti del Governo Italiano il 16 giugno 2011 che prescriveva che tutti i rifiuti venissero trattati e che fossero conferiti in discarica i soli scarti e residui di lavorazione, si è trasformata la Stazione di Trasferenza in impianto di Tritovagliatura, che rappresenta un pretrattamento del rifiuto indifferenziato che viene poi avviato agli impianti finali di recupero (cod 19.12.12 per la frazione secca e per la frazione umida), come prescrive l’autorizzazione. Solo così l’Unione Europea ha riconosciuto che i rifiuti venivano, mediante questo processo, trattati industrialmente e lasciato cadere la procedura di infrazione con le conseguenti pesantissime sanzioni economiche (nell’ordine di un milione di euro al giorno). Con questa operazione – conclude la nota – si è superato anche il trasferimento inutile da Rocca Cencia a Malagrotta con i relativi danni economici ed ambientali ad esso connessi. Evidentemente al presidente Fortini si addice il noto brocardo ‘Chi poco sa presto parla’. In merito alle dichiarazioni denigratorie e gravemente offensive del Presidente Fortini nei confronti del nostro Consorzio ci riserviamo di agire a nostra tutela nelle sedi competenti dopo aver acquisito il contenuto integrale della trasmissione».
L’ACCUSA DI FASSINA – Sul caso “rifiuti” è intervenuto anche Stefano Fassina, di Sinistra Italiana, a L’Aria d’Estate su La7: «Per decenni a Roma l’azienda pubblica dei rifiuti è stata marginalizzata a vantaggio di un unico imprenditore. Il M5S ha ottenuto la fiducia dei cittadini per gestire la capitale in nome della discontinuità. Affidare l’incarico di assessore a una persona che ha lavorato nell’Ama, – ha affermato Fassina – con posizioni di primo piano, negli anni in cui Roma era sotto il dominio di Cerroni è un atto di conservazione, non di cambiamento. L’assessora Muraro come primo atto ha messo in discussione il presidente di Ama Fortini, il quale dal suo arrivo ha lavorato a rilanciare gli impianti Ama e a interrompere pagamenti ingiustificati a Cerroni. L’assessora Muraro – ha concluso – è in una condizione di oggettiva impossibilità a garantire la necessaria autonomia dal circolo vizioso del passato».
CRITICHE DA MIRABELLI – Critico anche il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, ieri mattina ad Omnibus su La7: «Di fronte ad un problema drammatico come quello dello smaltimento dei rifiuti a Roma, – ha detto – la sindaca Raggi ha scelto di nominare un assessore che ha avuto responsabilità rilevanti con diverse amministrazioni precedenti, con compiti di controllo proprio di quegli impianti in grado di determinare la crisi della raccolta rifiuti in città. Invece di affrontare l’emergenza con un alternativa, il M5s ha scelto la continuità, senza neanche indicare con chiarezza un progetto concreto. La nomina di Paola Muraro è davvero singolare. Paola Muraro è l’espressione della continuità in Ama perchè è la persona che controllava gran parte degli impianti e ha partecipato alla gestione dei rifiuti in tutti questi anni. Il Movimento 5 Stelle deve spiegare perchè ha scelto la continuità su un terreno che avrebbe dovuto richiedere la massima discontinuità. E poi il M5s deve farsi un esame di coscienza anche sul tema degli impianti. Finora – ha concluso il senatore – ha detto no alla costruzione di impianti nel Lazio, allora deve spiegare anche dove intende mettere tutta la spazzatura che oggi viene portata fuori Roma in giro per l’Italia a bruciare nei termovalorizzatori».
ZANNOLA CHIEDE CHIAREZZA – Chiarezza chiede l’esponente del Pd di Roma Giovanni Zannola: «I giorni passano e si allontanano sempre di più le doverose spiegazioni che l’Assessore Muraro dovrebbe fornire innanzitutto a quei cittadini che hanno votato per il ”cambiamento” rappresentato dalla Raggi e dal Movimento 5 Stelle. Oggi (ieri ndr), a quanto risulta dalle ulteriori rivelazioni della stampa nazionale, si aggiungono altri particolari riguardo al rapporto tra la Muraro, consulente decennale di Ama, e l’azienda capitolina sulla quale ha cominciato ad inviare segnalazioni nei mesi successivi agli arresti per Mafia Capitale. Invece di gridare al ”golpe” e di chiamare ”alle armi” i romani, l’assessore Muraro e il sindaco Raggi potrebbero spiegare e chiarire, in nome di quella trasparenza spacciata a mani basse in campagna elettorale, il rapporto intercorso con l’Ama e con quel ”sistema” dentro al quale si è mossa con agilità e che oggi contesta in maniera vigorosa».