La commissione Ambiente di Roma Capitale ha espresso parere favorevole alla nomina del presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano, Alessandro Solidoro, come amministratore unico di Ama. Il parere dovrà venire ufficializzato dalla giunta Raggi giovedì. Passato in commissione con i soli voti del Movimento 5 stelle, Solidoro non è un tecnico dei rifiuti, ma un esperto di crisi aziendali, con un prestigioso studio nel capoluogo lombardo, clienti ed incarichi prestigiosi. La sua vera esperienza riguarda la gestione della crisi d’impresa, la governance e il controllo delle imprese di medie e grandi dimensioni. L’indicazione di Solidoro è stata sponsorizzata da Marcello Minenna, assessore economico della giunta Raggi che ha la delega anche sulle partecipate e sul patrimonio. Daniele Fortini, presidente e ad di Ama nominato da Ignazio Marino nel gennaio del 2014 esce di scena dopo lo scontro con l’assessora all’Ambiente Paola Muraro. «Non serve necessariamente un curriculum basato su aspetti tecnici, lui ha competenze finanziarie importanti, sa come funzionano macchine complesse come quella di Ama soprattutto dal punto di vista gestionale» ha detto Gianluca Perilli, consigliere regionale del Lazio e membro del mini-direttorio romano M5s. Anche perché il direttore generale di Ama, a quanto ci risulta, verrà scelto successivamente tramite regolare bando. Dopo il polverone delle polemiche tira un sospiro di sollievo Natale di Cola, segretario generale della Fp Cgil Roma e Lazio per il quale non era rinviabile la nomina del presidente di Ama. «Speriamo – aggiunge – che questa scelta porti la serenità necessaria per affrontare i problemi che abbiamo di fronte, dopo il caos di questi giorni. Ora, secondo la Cgil «serve in fretta un direttore generale e un progetto di rilancio complessivo per l’azienda, che la porti ad essere un soggetto industriale pubblico, autonomo e al servizio della Capitale». Perché Ama «non e’un’azienda in crisi (sic) ma in difficoltà e va rilanciata». Tuttavia qualcuno ritiene che la nomina di Solidoro preluda ad una sorta di liquidazione della municipalizzata che peraltro schiuderebbe anche orizzonti incerti per Atac, ma il sindacato avrebbe avuto la garanzia che Ama resterà un soggetto pubblico. Non è della stessa opinione il consigliere regionale Fabio Bellini secondo il quale l’intenzione è quella di chiudere Ama, creando una company con Acea, lasciando ad Ama il lavoro non remunerativo dello spazzamento della città. Tentativo che sarebbe ipotizzabile per Lazioambiente, società regionale che opera prevalentemente in alcuni comuni della città metropolitana e per di più è titolare dell’inceneritore di Colleferro. Ed è proprio qui che sta la contraddizione dei 5stelle che in campagna elettorale hanno promesso l’inamovibilità dei comunales e dei dipendenti delle municipalizzate, ma oggi sono consapevoli che le municipalizzate dovranno concorrere nel 2019 alla gara europea dove faranno capolino i privati e i gruppi stranieri per gli affidamenti dei contratti di servizio. Insomma, le nozze con i fichi secchi non si fanno e se in Ama ed in Atac la corruzione è dilagata nel corso degli anni, occorrerà pure finirla di portare dossier in Procura e rimboccarsi le maniche anche per riassetti aziendali e societari che potranno comportare anche sacrifici salvando società decotte e inefficienti, pubbliche o miste che siano che assorbono una marea di milioni procurando per lo più disagi se non disastri. Che il Pd e le opposizioni si arrocchino in difesa dell’esistente non è certo una strategia vincente. Avranno la sindaca Raggi ed i suoi assessori il coraggio di guardare in faccia la realtà?
balthazar