Disabili, prelievo difficile in ospedale

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G.V. è affetta da cerebropatia infantile con insufficienza mentale e comizialità, vive in una casa famiglia gestita dalla cooperativa sociale Spes Contra Spem. Lo scorso 10 agosto 2016 veniva trasportata con urgenza in ambulanza al Policlinico Umberto I di Roma per un’emorragia, accompagnata da una delle operatrici della casa famiglia.

Secondo quanto riportato da una nota della stessa cooperativa «al momento di fare un prelievo di sangue l’infermiera sul posto avrebbe risposto: “Ma perché questa stamattina è dovuta venire proprio qui? Ste persone, se così si possono chiamare, dovrebbero rimanere a casa e vivere la loro vita in serenità senza lo stress di venire in ospedale!» rifiutandosi di eseguire il prelievo, spiega il comunicato della cooperativa sociale.
«Dopo le nostre insistenze la dottoressa presente in sala è intervenuta e ha fatto lei il prelievo. Quell’infermiera Si sarà preoccupata del fatto che G. avrebbe potuto capire quello che ha detto?

Constatiamo con tristezza  – prosegue la nota -che ancora tanta strada c’è da fare, nei nostri ospedali, nella direzione del rispetto delle Persone, a prescindere dalla loro patologia o disabilità. Sembra assurdo: proprio il luogo deputato ad accogliere e curare ogni sorta di malattia, si trova culturalmente imperato di fronte alla disabilità. Come se ci fossero vite degne di essere vissute (e curate) e altre no».

Quindi, proseguono dalla cooperativa Spes Contra Spem «Chiediamo con forza al Policlinico Umberto Primo di adottare la carta dei diritti delle persone con disabilità. Non solo per risarcire la nostra ospite del torto subito, ma per evitare a tutte le “G.” che arriveranno, di sentirsi dire cose simili.
Non è un problema di vocabolario, ma di strutturare una accoglienza e un percorso specifico per le persone con disabilità. Risposte diverse a problemi diversi!»

Da parte del Direttore Generale dell’Umberto I Domenico Alessio non è mancata la disponibilità ad ascoltare il grido di allarme del mondo dei disabili: «Se l’infermiera non è impazzita improvvisamente… Come si fa a fare una cosa del genere? Sarò costretto ad avviare immediatamente un’indagine interna per individuare il responsabile, se ci dovesse essere, di quanto denunciato dalla cooperativa sociale».

La Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale, presentata nel 2013 a un convegno della facoltà di Medicina e Chirurgia del Gemelli, si basa sugli stessi diritti formulati nella “Carta europea dei diritti del malato” per sottolineare che non esistono diritti speciali per le persone con disabilità, ma che le loro limitazioni hanno bisogno di strumenti e percorsi adeguati per essere abbattute. Lo sforzo della Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità in Ospedale, nata dall’esperienza sul campo della Cooperativa sociale Spes Contra Spem Onlus e dal lavoro di un autorevole comitato scientifico composto da medici e bioeticisti da tutta Italia esperti sul tema.

La Carta è stata sottoscritta da numerose associazioni nazionali attive nel settore della disabilità (Fish, Duchenne parent project, Sibilings, ABC-Bambini Cerebrolesi, Fantasia, Associazione Persone Down e Disabili Visivi) che hanno aderito all’iniziativa e ha ottenuto il patrocinio del ministero della Salute e della Regione Lazio.

F.U.

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