Carla Raineri, la magistrata diventata capo di gabinetto con Virginia Raggi, guadagna 193mila euro l’anno, più dei suoi ultimi tre predecessori. Lo scriveva prima di ferragosto su Facebook Marco Palumbo, consigliere Pd in Campidoglio e presidente della Commissione Trasparenza. Secondo Palumbo il compenso del capo di gabinetto di Ignazio Marino, Luigi Fucito, era di soli 73 mila euro: molto meno della metà di Raineri. Anche lo stipendio di Sergio Basile, capo di gabinetto con Gianni Alemanno, ammontava soltanto a 75 mila euro anche se successivamente quello del suo successore, sempre con Alemanno, Maurizio Basile raggiungeva i 180 mila euro. Piccata la replica dei 5 Stelle, secondo cui «gli attacchi» del Pd sono «un editto contro la magistratura che combatte la mafia e il malaffare». Le critiche del Pd, sostengono i 5 Stelle su Facebook, riconducono «al peggior berlusconismo» e «del resto è evidente che un giudice, a chi per 20 anni si è mangiato Roma con Mafia Capitale, dà molto fastidio». Nel merito, i grillini spiegano che lo stipendio di Raineri «è conforme al suo imponibile da magistrato, che ammontava a 207 mila euro. Quanto all’ex capo di gabinetto di Marino sostengono che Fucito guadagnava 263 mila euro, 190mila da funzionario del Senato e 73 mila in Campidoglio». Una reazione che sorprende Roberto Giachetti il quale intervenendo ad Agorà rimase colpito dalla reazione dei 5 stelle proprio perché «i grillini hanno impostato e vinto, in alcuni casi, campagne elettorali, esattamente sul tema del contenimento degli stipendi, ora improvvisamente per giustificarsi dicono, “lo facevano anche gli altri”. Ma loro sono stati votati perché rappresentassero un’assoluta diversità proprio dagli altri. Se no i romani che cosa li hanno votati a fare?» Fuori dalle polemiche ferragostane va anche detto che per completare lo staff della sua segreteria, oltre a quella di Fucito, Ignazio Marino ricorse alle nomine esterne di altre 9 persone, mentre ad oggi Virginia Raggi ha scelto 7 profili tutti facenti già parte dell’amministrazione. Infatti con una serie di delibere prima di ferragosto al Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane ha nominato la Dott.ssa Mosetti Eleonora con contratto individuale a tempo determinato per collaborare con l’Assessore Flavia Marzano. Sempre a tempo determinato ha nominato Giancaspro Valentina e Pischedda Floriana per collaborare con l’Assessore Bergamo. E ancora il Dott. Mazzillo Andrea, Dott. Romeo Salvatore, Avv. De Santis Antonio e Belfiori Fabrizio per la diretta collaborazione con Virginia Raggi. Va aggiunto che Romeo, già funzionario del Comune, in qualità di segretario della sindaca, andrà a triplicare il proprio emolumento da 40 a 120mila euro eguagliando lo stipendio del contestassimo dott. Raffaele Marra che rientrato in servizio continua ad essere uno dei personaggi più influenti dell’amministrazione Raggi. Si tratta tuttavia di prime nomine interne allo staff del sindaco cui ne dovranno seguire altre, non ultima quella del capo ufficio stampa il quale può già avvalersi di numerosi collaboratori interni regolarmente assunti dal Comune e attualmente scarsamente utilizzati. Si ricorda che con Ignazio Marino i componenti dello staff raggiunsero la ragguardevole cifra di 75 addetti, raramente appartenenti ai ruoli dell’amministrazione. D’altra parte la legge lo consente così come consente una dotazione finanziaria nella diretta disponibilità del gabinetto del sindaco. Senza contare che la scelta di funzionari capitolini nei ruoli di staff potrebbe rappresentare un reale risparmio per le casse comunali ma avverrebbe solo se le posizioni lasciate vacanti non venissero ricoperte con altre assunzioni. In ogni caso si tratta di nomine ‘politiche’ e fiduciarie che anche per la Raggi percorrono i sentieri del Déjà vu. Nulla di nuovo sotto il sole.
Giuliano Longo