Il cosiddetto collegato, ovvero la legge regionale 338 sulla competitività, la semplificazione e lo sviluppo, approvata a prima delle ferie agostane dopo una lunga maratona del Consiglio Regionale alla Pisana, è passata e già qualche maldipancia si avverte, ad esempio a Cassino, sull’accorpamento dei consorzi di bonifica che dagli attuali dieci passano a quattro. Un bel taglio che ovviamente significa una consistente riduzione di poltrone, prebende e benefici in ungessero, quello dell’agricoltura che in alcune zone agricole del Lazio è un sicuro bacino di consensi. La riforma è stata sostenuta con particolare vigore dalla Coldiretti e dopo l’approvazione della legge il suo direttore del Lazio Aldo Mattia affermava «comincia una storia nuova e diversa per i Consorzi di Bonifica del Lazio, che da dieci si riducono a quattro nell’ottica di una razionalizzazione che taglia i costi della rappresentanza politica, ottimizza le risorse finanziarie, valorizza gli organici e definisce i nuovi ambiti di azione di enti strategici nella gestione delle riserve idriche e nella salvaguardia degli assetti idrogeologici.»
Di fatto la legge 338 avvia il nuovo assetto di questi enti pubblici, chiude il rubinetto degli sprechi, taglia poltrone e strapuntini, estirpa posizioni localistiche di potere e fa recuperare risorse finanziarie da impiegare nel miglioramento dei servizi agli agricoltori che sono i primi contribuenti dei Consorzi. Ai livelli apicali a presidenti e cda subentrano quattro commissari che resteranno in carica fino a nuove elezioni. Eppure, dice sempre Mattia «le elezioni per il nuovo ente provinciale non sono dietro l’angolo» eppure c’è già chi «predica l’urgenza di siglare patti e stringere alleanze» creando, appunto, un certo nervosismo. Eh si, soprattutto in Ciociaria che vedrà unificati i 3 enti esistenti in un unico nuovo soggetto provinciale, mentre gli altri 3 spettano rispettivamente alle provincie di Viterbo/Roma, Rieti e Latina. Eppure è proprio in Ciociaria che le fibrillazioni vanno crescendo con la scomparsa dei 3ex consorzi di Anagni, Sora e Cassino che verranno affidati ad un commissario che avrà il compito di traghettarli verso la fusione nell’unico soggetto previsto. Mattia comunque prevede, come di solito succede in Italia, che i tempi della riforma saranno lunghi, quindi chiosa «ne passerà di acqua sotto i ponti prima che le bonifiche, inclusa quella di Frosinone, tornino al regime della ordinaria amministrazione. Il mondo è cambiato, ma qualcuno si ostina a non volerlo accettare».