Pensavamo fosse un nome d’arte e invece Manuel Fantasia non balza sulla pedana del flamenco ma sulla poltrona più ambita di amministratore unico Atac. Certo, anche lì ci sarà da ballare un bel po’ dopo le dimissioni di Brandolese esperto di impianti industriali che lascia dopo poche settimane vedendosi bocciare dalla Raggi l’idea di vendersi un po’ di immobili Atac per 95 milioni. Una boccata di ossigeno giusto per tirà a campà per una municipalizzata che supera il miliardo di debiti. E soprattutto dopo che anche il dg Rettighieri ha alzato i tacchi pur essendo un vero esperto di trasporti, infastidito dalle palesi ingerenze dell’assessora Meleo che ne saprà molto di vivibilità urbana, ma di trasporti pochino.
DIMISSIONI – In verità le argomentazioni che hanno determinato le dimissioni dei due big di Atac non è che siano dirompenti. Infatti Brandolese ha tirato in ballo la delibera di Alemanno del 2011 per le dismissioni di rimesse abbandonate e immobili vari di Atac. L’armageddon per la soluzione di ogni problema finanziario della municipalizza che si trascina da anni dopo l’incorporazioni di Atac Patrimonio e senza che si sia venduta nemmeno la portineria di una rimessa squallidamente abbandonata. Anche se è probabile che tutto questo ben di dio (ammesso che una volta valorizzato ci sia qualcuno che se lo accatti per farci centri commerciali) sia già stato dato in garanzia alle banche creditrici. Qualche ragione in più ce l’ha sicuramente Rettighieri che probabilmente mirava nel tempo a più ampie strategie di risanamento, magari con l’ingresso di Ferrovie nella municipalizzata capitolina. Ma (suvvia) le ingerenze di un/una assessora per spostare questo o quello non è che siano una tragedia a fronte del macello che corporazioni, sindacati, politici e clientele varie hanno creato in Atac anche prima della parentopoli alemanniana. E poi, per essere bipartisan, non è che il senatore Esposito nei pochi mesi del suo assessorato in fatto di ingerenze ci sia andato con la mano leggera. La verità è che i due big dopo la loro nomina da parte del commissario Tronca, non erano più in sintonia con l’amministrazione grillina che nelle sua foga di spazzare via tutto si mangia pure i figli migliori come la magistrata Raineri e l’economista Minenna. Nulla di nuovo sotto il sole (così fan tutti) in attesa che un dg Atac tecnicamente davvero competente, arrivi a supporto di Manuel. Ne avrà bisogno se dal suo curriculum non risulta una grande esperienza per la gestione di aziende complesse, avendo ricoperto ruoli prevalentemente di consulenza più indirizzati alla gestioni del personale che alla gestione aziendale.
IL PASSATO – Nè tragga in inganno l’altisonante titolo di Ingegnere nucleare perché di nuclearisti e fisici sono piene le banche e le finanziarie. Più che un manager d’azienda Fantasia è, come dicevamo, un consulente tant’è vero che nonostante le numerose aziende citate nel suo curriculum, in molte di esse ha soggiornato come dirigente per brevi periodi. Oppure ha cambiato ruolo ogni anno passando dal personale al software ed acquisendo competenze sulla gestione dei conflitti. In un’azienda come Atac sicuramente è necessaria un’azione “funzionale alle sinergie tra le competenze professionali”, come leggiamo dal suo profilo, mentre la gestione finanziaria di un’azienda così complessa pare sia decisamente meno importante, almeno nelle intenzioni di chi lo ha nominato. L’impressione è che Manuel sia stato tirato fuori dal cilindro last minute perché la Raggi aveva promesso al popolo di coprire i buchi delle dimissioni a raffica in giornata. Prova ne sia che Di Maio, assediato dai cronisti, affermava frettolosamente in Tv “che volete ancora, avete il nuovo amministratore Atac”, come se dovesse giustificarsi di fronte ai cronisti e non di fronte ai 2,5 milioni di romani o ai 12mila dipendenti Atac. A cercare il pelo nell’uovo, Manuel non ha nemmeno lo skill, non diciamo di Brandolese, ma nemmeno di quel Boggi milanese e uomo di finanza, che Improta indicò a Marino quale amministratore delegato di Atac e che, pur a compenso ridotto con un part time fra Milano e Roma, riuscì in qualche modo a tener buone le banche. E nemmeno vanta il profilo di quel Tosti che dimissionato da Alemanno fu scelto come AD anche perché aveva lavorato alla Bombardier, multinazionale gigante nella logistica del trasporto. Di contro Manuel, che è nato in Venezuela, ha il pregio di risiedere a Montecompatri, qui vicino insomma e quindi (come ha affermato ai cronisti) prenderà ogni giorno la metro per andare a lavorare. Si presume da Pantano perché la C a Montecompatri non arriva ancora. Le gazzette scrivono che il Fantasia sarebbe stato sponsorizzato dal senatore pentastellato Andrea Cioffi ingegnere di Salerno a riprova che dietro l’operazione Manuel ci sia proprio la manina del napoletano Di Maio. Per ora si tratta solo di una designazione perché l’investitura ufficiale dell’AU avverrà con l’assemblea dei soci che è solo il Comune di Roma e poi vedremo cosa si inventeranno per il direttore generale. Giusto per infilzare questa ultima perla alla collana di nomine Atac ricordiamo che dal 2008 la società vanta 7 amministratori delegati con una media di uno l’anno e almeno 5 direttori generali, 4 piani industriali, decine di dossier in Procura, il tutto grazie alla sapiente gestione politica di 4 assessori alla mobilità. Un assetto di governo veramente democratico ( a rotazione come vorrebbe l’ideologia 5stelle) dove un Conflict Manager, come è scritto nel curriculum di Fantasia, avrà sicuramente molto da fare se già i sindacati Atac promettono sfracelli per l’imminente autunno.
Giuliano Longo