Questa mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro a porta San Paolo, in occasione delle celebrazioni del 73esimo anniversario della difesa di Roma dell’8 settembre 1943. Alla cerimonia hanno partecipato anche i vicepresidenti di Senato e Camera, Marina Fedeli e Roberto Giachetti, il presidente della Corte costituzionale, Paolo Grossi, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, oltre ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e dell’Anpi. Assediata da troupe e giornalisti mentre cercava di raggiungere l’auto a conclusione dell’evento, la Raggi è stata urtata alla testa da una delle telecamere presenti, mentre numerosi suoi sostenitori la incoraggiavano a proseguire nel suo lavoro. Nel corso della cerimonia la sindaca ha affermato che la Resistenza va considerata un momento fondamentale «della nostra storia e della nostra identità di italiane e di italiani. Per questo è ancora tanto importante oggi, a 73 anni di distanza da quell’8 settembre, rendere omaggio a chi si è sacrificato per conseguire un paese libero.» Per Zingaretti «qui a porta San Paolo è nata l’Italia democratica grazie ai cittadini migliori. Siamo tutti posteri, nati dopo: sono gli uomini che hanno combattuto che ci hanno permesso di essere liberi.» Poi ha aggiunto un riferimento alla attualità politica, «in questo momento di crisi della rappresentanza, dove si affaccia la sfiducia, è importante ricordare quanto è costata la democrazia. Abbiamo il dovere di ricordarlo». Il riferimento alla distinzione fra lotta politica ed istituzioni è stato riaffermato dal governatore anche nel corso di un intervento alla trasmissione ‘Uno Mattina’. «Voglio essere chiaro su una cosa – ha detto – io aiuterò Roma, noi aiuteremo Roma. Aiuteremo questa amministrazione comunale di Roma perché non è giusto che i problemi si scarichino sui cittadini: chi aspetta l’autobus, chi vuole la città pulita, chi vuole un lavoro». Per queste ragioni, ha aggiunto «a prescindere da chi governa, le istituzioni devono collaborare. L’ho detto sin dal primo giorno e lo dico oggi in un momento di difficoltà per la giunta capitolina. Su questo massima collaborazione perché mi auguro che chi ha vinto le elezioni sia in grado di governare. Prevalgono in me il senso di amore per la città e il dovere istituzionale.» Salvo poi suggerire «non tanto alla Raggi ma al Partito 5 Stelle: un po’ più di umiltà» senza cercare «un capro espiatorio, i poteri forti e balle sui nemici.» A Roma c’è stato un problema che riguarda questo partito «e mi auguro che venga superato e che Roma possa riprendere un ciclo virtuoso. Quindi, massima collaborazione, non infieriamo, perché è giusto che chi ha vinto le elezioni governi, pensiamo ai cittadini, però, un po’ di verità non fa male». Collaborazione che il Governatore ha ribadito più volte e che ha trovato apprezzamenti e punti di contatto anche da parte della Raggi nel corso dell’incontro del 4 agosto scorso.
G. L.