Olimpiadi, Malagò: «Dateci le Olimpiadi e costruiremo 15 impianti»

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Non sappiamo quanto ormai possa interessare a Virginia Raggi e al suo vicesindaco con delega allo sport Daniele Frongia, ma resta il fatto (a memoria dei posteri) che  il presidente del Coni, Giovanni Malagò ha presentato il censimento degli impianti sportivi a Roma. La prima mappatura completa del patrimonio sportivo della città che è stata illustrata allo stadio Flaminio, ad un anno esatto dalla decisione del Cio a Lima sull’assegnazione dei Giochi del 2024. Il primo censimento analitico completo esistente per la Capitale  finanziato e supportato dalla candidatura di Roma 2024. Dopo aver ringraziato il Comune, anche se «può sembrare ruffiano» (parole di Malagò)   per la disponibilità ad  organizzare questa conferenza allo stadio Flaminio, il numero uno dello sport italiano ha  spiegato che  «sin dall’inizio del mio mandato abbiamo voluto creare una mappatura sulle 21 Regioni italiane investendo molto, e tramite questa mappatura individuare dove è giusto metterci le mani, creando una nuova struttura o intervenire sull’esistente.» Il risultato  della indagine ci dà il quadro di 2.221 impianti censiti, di cui oltre 1.000 pubblici compresi gli istituti scolastici, che si affiancano ai 6.336 spazi di attività e oltre 9.600 fotografie sullo stato delle strutture.  La proprietà degli impianti risulta essere per la maggior parte privata, con 1.118 impianti a fronte dei 1.103 pubblici. L’analisi al dettaglio rivela che 514 strutture appartengono alle scuole comunali, mentre sono 203 quelle della Città metropolitana e 112 quelle della Direzione Sport capitolina. Presenti anche 46 impianti appartenenti alla Regione Lazio e 24 allo Stato, insieme a 19 strutture di proprietà militare o di Corpi dello Stato. La competenza degli impianti del Comune di Roma è suddivisa tra direzione Sport, Municipi e Ufficio Punti verde qualità (sic), con l’individuazione di una macroarea definita Azienda comunale in cui confluiscono tutti gli impianti non riconducibili a bocciofile, playground e piste ciclabili. Il dato sconfortante è che su 6.336 spazi fisici destinati allo sport sul territorio del Comune di Roma, ne risultano accessibili agli atleti disabili solo 1.308.  E qui veniamo al sodo perché le Olimpiadi permetterebbero di realizzare 15 palazzetti dello sport polifunzionali in grado di ospitare gli allenamenti degli atleti durante i Giochi olimpici per diventare successivamente aree al servizio dell’attività sportiva di base e delle scuole. Ogni palazzetto può richiedere dai 3 ai 3,7 milioni di euro per la costruzione, con l’investimento totale necessario già incluso nel budget investimenti dei Giochi. Grazie alle analisi del censimento sarebbe inoltre possibile, in accordo con il Comune,  dislocare  le 15 unità sul territorio cittadino a 30 minuti da Tor Vergata, sede in cui dovrebbe sorgere il Villaggio olimpico. Poi l’appello, forse l’ultimo,  lanciato dal Comitato Promotore Roma 2024: «Parigi ha stimato 250 mila nuovi posti di lavoro, con notevoli benefici per il turismo. Londra nel 2013 ha aumento le presenze di 1,3 miliardi mentre Torino, dopo il 2006, è cresciuta del 41%. Non perdiamo 200 mila posti di lavoro.» Infine la precisazione del presidente del Comitato Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo che vuole chiarezza. «Noi – ha detto-  siamo un Comitato promotore, non organizzatore. Se tra un anno esatto, nella votazione di Lima in programma il 13 settembre 2017, Roma dovesse vincere la candidatura, il Comune e il Coni individueranno una governance e una squadra per l’organizzazione dell’evento.» Time out, la signora Raggi dice che altri sono i problemi di Roma, attendiamo che almeno cominci a risolverli.
Balthazar

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