Muraro querela Renzi. Attesa per l’interrogatorio in Procura

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Paola Muraro
Paola Muraro

Non c’è dubbio che uno (dei tanti?) punti deboli della giunta di Virginia Raggi rimane la posizione dell’assessora all’ambiente Paola Muraro, per ora solo indagata nonostante la posizione, puramente teorica degli ulta giustizialisti dei 5stelle per i quali sino ad oggi sarebbe bastato il minimo “humus suspicionis” per escludere  chiunque dalle amministrazioni da loro guidare.

SCONTRO CON FORTINI

Tocca anche dire che uno dei più implacabili nemici della Muraro rimane l’ex ad di Ama Daniele Fortini il quale con la  sua ultima intervista fa intendere una liason fra l’assessora e il dominus della monnezza ed ex re di Malgrotta, Manlio Cerroni, i cui impianti di trattamento l’assessora voleva fortemente utilizzare per sopperire al gap di smaltimento dei due impianti Ama. Strategia opposta a quella di Fortini che sin dall’inizio riteneva illegittimi quegli impianti, coltivando al segreta speranza di utilizzarli tutti con un esproprio dopo le vicende giudiziarie dell’avvocato.  «Io non chiederò mai di utilizzare l’impianto di Cerroni. O me lo dicono le autorità che è possibile, oppure senza gara non lo uso» proclamò Fortini del giugno scorso ben prima delle sue dimissioni. Quindi da una parte la Muraro che voleva portare i rifiuti dall’odiato monopolista pur di risolvere l’emergenza, dall’altro Fortini che si impuntava. In mezzo la Regione che non ci stava allo scaricabarile e comunicava che il tritovagliatore del Colari a Rocca Cencia era stato autorizzato a suo tempo dalla Provincia.

LA PROCURA SI METTE A SCAVARE

Poi tutto si blocca perché la Procura comincia riesaminare i rapporti che la Muraro intratteneva con i due imputati per Mafia capitale, l’ex dg Fiscon e l’ex ad Panzironi (attualmente detenuti per mafia capitale). Nè poteva essere altrimenti  dopo i 12 anni di consulenza che l’assessora ha prestato ad Ama per circa 12mila euro mese. Scava che ti scava, saltano fuori anche le sue intercettazioni e il nome di Buzzi con il quale la Muraro non ha mai avuto rapporti diretti. Ma tant’è, ormai la macchina si era messa in moto fornendo ai solerti cronisti l’opportunità di massacrare la neo assessora, al punto di scavare anche nella sua vita personale e sulle sue relazioni sentimentali. Insomma, ‘Paola deve morire’  perché già condannata dal processo mediatico che tante vittime ha già fatto e tante ne verificheremo più o meno innocenti alla fine del processo per mafia capitale. In questo clima  nutrito da indiscrezioni, repechage di intercettazioni e altro, il tutto sparato in pagina al momento giusto, sembrava imminente l’interrogatorio della Muraro per il 12 ottobre dinanzi ai procuratori che la indagano. Senonché la Procura stessa ha comunicato che tale interrogatorio  «non è stato predisposto, quindi non c’è una data fissata». Le stesse fonti della Procura riferiscono che l’ipotetico interrogatorio non è stato neanche oggetto di consultazione tra i pm ed i difensori della Muraro.

IL TEMPO DELLA QUERELA

Certo, l’assessore all’Ambiente è indagata per reati ambientali ed abuso d’ufficio nel quadro degli accertamenti del pm Alberto Galanti su presunti illeciti legati alla gestione dello smaltimento dei rifiuti nella Capitale, ma non saranno certo i media a dettare i tempi dell’indagine alla Procura. Ma c’è di più perché Paola ha querelato per diffamazione il premier Matteo Renzi per gli «indebiti accostamenti fatti con l’inchiesta su Mafia capitale. » Infatti  l’avvocato Alessio Palladino, uno dei difensori della Muraro, ha depositato a piazzale Clodio l’atto. «La mia assistita – dice il penalista – si è posta da tempo a disposizione degli inquirenti, ma speculare sulla sua vita privata o rappresentare fatti non veri è solo indice, a nostro parere, di una azione diffamatoria».

MURARO E LA CAMPAGNA REFERENDARIA

Così “l’affaire Muraro” entra nello scontro politico in atto sul prossimo referendum costituzionale dove la demolizione (anche meritata) della giunta Raggi può pesare, spostando la bilancia degli sfavorevoli sondaggi verso il “Sì” per il quale il presidente del consiglio si sta spendendo in prima persona. Anche se continua da affermare di non voler concentrare la competizione sul suo nome. Il resto riguarda la battagliera assessora che comunque, si giri la frittata, per oltre 10 anni ha condiviso le vicende di Ama, come consulente, dice lei, ma per ora nessuno contesta le sue competenze a partire dalla sua laurea in scienze agrarie. Resta il fatto che in ragione dei molti processi che oggi si celebrano sui media più che nelle aule dei tribunali, Paola appare politicamente bruciata mettendo in imbarazzo Virginia. Stretta fra i suoi consiglieri del Raggio magico, i rancori antichi di alcuni parlamentari pentastellati e le turbolenze della base grillina, se cede anche la Muraro avremo la conferma di scelte che, fra dimissioni date e dimissionamenti a catena, denunciano una confusa approssimazione.

Giuliano Longo

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