Roma, ok a mozione contro direttiva “Bolkestein”. Ma è caos in aula

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Attivarsi presso il Governo al fine di ottenere la proroga delle concessioni dei posteggi su aree pubbliche fino all’anno 2020, intervenire presso l’Unione europea per far escludere dalla direttiva Bolkestein gli operatori ambulanti e le microimprese operanti nel settore del commercio su aree pubbliche, escludere le suddette categorie dal decreto legislativo 59/2010 e modificare gli articoli 7 e 70 dello stesso per prevedere che l’attività di commercio al dettaglio su aree pubbliche sia riservata esclusivamente alle piccole imprese e alle società di persone. È a quanto impegna il sindaco Virginia Raggi e la Giunta la mozione a firma dei consiglieri M5S, Andrea Coia, Sara Seccia, Paolo Ferrara, Marco Terranova e Nello Angelucci, approvata ieri dall’Assemblea capitolina con 31 voti favorevoli (M5S, Forza Italia, Gruppo misto, Fdi e Sinistra x Roma), 7 contrari (Pd, lista civica Giachetti e Lista Marchini) e nessun astenuto, con un’ovazione da parte dei numerosi rappresentanti della categoria del commercio su area pubblica presenti in aula Giulio Cesare.
«Ci troviamo a gestire una problematica, che non è propria del Consigli, ma che coinvolge almeno 12.000 operatori, in attesa che qualcuno gli dia una risposta. La Bolkestein non e” una direttiva ”cattiva”, il problema non è la Bolkestein, che mira a creare libera concorrenza. Il problema e” che solo in Italia, con la legge 59, è applicata al commercio su area pubblica. Noi rimaniamo perplessi, nel senso che la libera concorrenza o e” per tutti o per nessuno. Come mai lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio non è sottoposto alla Bolkestein, e il commercio su area pubblica sì?», ha detto Coia, presidente della commissione capitolina Commercio e primo firmatario della mozione, intervenendo in Aula per illustrare il testo. «Tra il maggio 2017 e il 2020 scadranno tutte le licenze se non verrà fatto qualcosa in merito, se la proposta del M5S, depositata alla Camera, non verrà approvata. Noi chiediamo lo stralcio del commercio su area pubblica dalla Bolkestein, chiediamo lo stralcio dalla 59 e soprattutto ci teniamo a far capire a chi sta orchestrando a volte anche i mezzi di comunicazione, che questa categoria non riguarda solo i posteggi isolati e le rotazioni, ma anche i mercati rionali, le edicole, i fiorai. Non si sacrificano 10.000 operatori per combatterne poche centinaia o poche decine». Secondo Coia sarebbe come «se un cittadino acquistasse un box e scoprisse dopo l’acquisto che quel box verrà tolto dopo pochi anni. Queste persone hanno fatto un investimento, chiunque capisca di commercio, capisce che questo è grave errore e forzatura. Cosa ha fatto il Comune di Roma nelle amministrazioni precedenti per prepararsi a questo tsunami che ci investirà nei prossimi mesi se la proposta M5S in Parlamento non andrà in porto? Nulla, non ha avviato nulla. Noi, insediatici a luglio, abbiamo trovato questa situazione. Comunque procederemo a un censimento dei posteggi, una buona pratica che dev’essere fatta a prescindere dall’applicazione o meno di questa direttiva. Chiediamo alla nostra sindaca – continua il presidente della Commercio – di farsi promotrice di questa causa che investe decine di migliaia di persone, gli operatori e le loro famiglie, chiediamo una proroga perchè Roma non è pronta e chiediamo l’attenzione del Parlamento a quella che potrebbe essere una modifica che porta beneficio alla città. Il commercio su area pubblica non deve essere messo nelle mani delle Spa, perchè la legge 59 fa entrare le societa” di capitale ma anche le società per azioni e mette in concorrenza il grande, il medio e il piccolo. Per noi però questo tipo di commercio è per la piccola, piccolissima impresa, per gli operatori che vogliono costruire imprese al dettaglio. Questo lo andremo a declinare nella nostra proposta di modifica della delibera 35. Ci sono tante cose della 35 che non vanno e vanno riviste, lo faremo concertando con le associazioni, abbiamo già detto in commissione che siamo favorevoli all”istituzione dell”osservatorio del commercio, alla creazione delle consulte dei Municipi, in un processo che vogliamo sia partecipato, non imposto. Il commercio su area pubblica- conclude Coia- non dev’essere territorio di lotta tra Spa e medie imprese, questo si risolverebbe inevitabilmente con una sconfitta dei singoli operatori che cercano nel settore una fonte di reddito in un momento economico di grave difficoltà.
Di tutt’altro avviso il Partito Democratico. «Questa mozione – ha spiegato Orlando Corsetti, consigliere capitolino – è solo fumo negli occhi perchè nessuno metterà mano alla Bolkestein. Tra maggio e luglio 2017 le 12mila autorizzazioni di questo tipo a Roma scadranno e quindi è indispensabile concentrarsi su questo. Si parla della sopravvivenza di intere famiglie, puntare su delle soluzioni che non esistono è a mio modo di vedere immorale».
Insulti e minacce sono stati rivolti da alcuni degli operatori del commercio su area pubblica presenti in Aula Giulio Cesare contro il consigliere della lista Marchini Alessandro Onorato durante il suo intervento contro la mozione del M5S sulla proroga delle concessioni dei posteggi su aree pubbliche fino al 2020 che è stata approvata con 31 voti favorevoli e 7 contrari. Oltre a un cartello con la scritta ‘Non siamo tutti Tredicine’, qualcuno gli ha urlato anche “te sfonnamo”.
«Rinnovare queste concessioni fino al 2020 io credo sia sbagliato: se si vogliono tutelare le persone oneste e i lavoratori servono percorsi trasparenti di tutela che oggi non esistono in questa città perché l’operatore è taglieggiato da norme folli e quegli operatori che sono andati avanti o sono stati particolarmente furbi o prepotenti oppure c’è una forma di cecità da parte delle istituzioni rispetto a quelle norme – ha detto Onorato – E di fronte a tutto questo caos la vostra priorità è una mozione che dice sostanzialmente tutto a posto, facciamo una proroga poi vediamo».

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