Chiude Roma Metropolitane. Metro C si ferma al Colosseo

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«Noi non ci sentiamo di poter avallare ancora una volta questo vergognoso sperpero di denaro pubblico». Così la sindaca di Roma Virginia Raggi –escludendo l’ipotesi di ricapitalizzazione- ha decretato la fine di Roma Metropolitane, la partecipata al 100% del Comune di Roma che svolge la funzione di stazione appaltante per le nuove linee di metropolitane. Una scelta obbligata -non messa in discussione nemmeno dal PD- viste le continue perdite e vista una gestione che, secondo l’assessore Linda Meleo rappresenta un «fallimento della mission” e una “rottura di mandato».
Forte anche delle molteplici inchieste della Corte dei conti e  della Procura della Repubblica –ampiamente ricordate in aula-  ha usato parole durissime: “La Metro C ha un costo iniziale di 3 miliardi di euro per l’intera tratta da Pantano a viale Mazzini, estesa su 25 km e articolata su 30 stazioni. Oggi con una tratta più breve di soli 19 km, da Pantano a Fori, abbiamo già speso 3,7 miliardi. Ad oggi ci troviamo con due terzi della tratta realizzati con un costo di 3,7 miliardi, e già stiamo spendendo di più rispetto al progetto originario. Questo ci pone delle difficoltà. Abbiamo avuto un numero di varianti impressionante, più o meno misurabili in circa 2 varianti per ogni chilometro. Roma Metropolitane è stata incapace di effettuare adeguate indagini preventive che potessero limitare al minimo le varianti e contenere i costi”. Sul futuro dei quasi 200 lavoratori, e sul trasferimento dei poteri di Roma Metropolitane ancora nessuna decisione è stata presa. L’unica certezza è che la linea verde della metro arriverà fino a Fori-Imperiali. Poi si vedrà, forse.
Sul futuro dell’azienda e dei lavoratori il capogruppo della Lista Marchini ha espresso preoccupazione, affermando che la strada della non ricapitalizzazione porta al fallimento di Roma Metropolitane e al conseguente licenziamento dei dipendenti, che –sempre secondo Onorato_ non possono essere ricollocati con un passaggio infragruppo Comune di Roma all’agenzia della mobilità. Adesso si apre un fronte delicatissimo, sulla reale prosecuzione della Metro C, con il rischio di rescissione del contratto e la conseguente apertura di contenziosi.Stesso problema per il prolungamento della metro B da Rebibbia a Casal Monastero e per la metro D, entrambe già appaltate in project financing e con i rispettivi general contractor, che minacciano da tempo richieste di danni da centinaia di milioni. La giunta Raggi si troverà quindi per la prima volta a scontrarsi con i tanto enunciati “poteri forti” e i loro agguerriti avvocati. Dall’opposizione nessuno ha ribattuto sulle critiche agli sprechi elencati dalla sindaca raggi e dall’assessore Meleo, segnando un precedente che fa riflettere sull’indifendibilità della gestione del progetto. Una storia in parte già raccontata, in parte ancora da raccontare. (Continua)

François de Quengo
de Tonquédec

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