Virginia Raggi ha confermato Raffaele Marra a capo del dipartimento Organizzazione e Risorse umane di Roma Capitale (IV fascia), quella più alta nelle posizioni apicali del Comune che corrisponde ad un compenso di circa 140mila euro anno lordi. Ma nell’ordinanza di conferimento degli incarichi dirigenziali firmata dalla Raggi, risulta che il fratello di Raffaele, Renato, che secondo indiscrezioni avrebbe potuto essere nominato nuovo capo dei vigili, guiderà la Direzione Turismo del Comune di Roma con un incarico di fascia III, un pelino meno sotto a quella del fratello. Da notare che Renato vinse il concorso nel 2009 in qualità di dirigente della polizia municipale quando Raffaele era ancora dirigente al Patrimonio. Inoltre l’ordinanza evidentemente ispirata dallo stesso Raffaele Marra ormai vero dominus della macchina amministrativa, ha previsto il cosiddetto “interpello” per 40 ruoli apicali, ovvero un bando nel quale i dirigenti di ruolo dell’ente possono candidarsi a ricoprire una determinata posizione tra i dipartimenti comunali.
Trentasei posizioni di vertice sono state assegnate, restano ancora da definire i nomi del capo della Polizia Locale, di quello dell’Avvocatura comunale, del Ragioniere generale e del responsabile del Dipartimento Politiche sociali, nomine attese nei prossimi giorni. Per l’incarico di ragioniere generale dopo che quello attuale Stefano Fermante aveva già manifestato l’intenzione di dimettersi dopo le dimissioni dell’ex assessore al bilancio Minenna e della ex capo di gabinetto Anna Romana Raineri, l’incarico viene affidato sino alla fine di questo mese alla dirigente economico/finanziario Paola Colusso viceragioniere generale con funzioni vicarie, mentre Fermante è stato assegnato alla direzione del Sistema integrato dei controlli interni organico alla Ragioneria. Le altre direzioni, tutte di III fascia, vanno a Carolina Cirillo (Sistemi informativi di pianificazione e controllo finanziario), Stefano Cervi (Programmazione e bilanci), Paola Pantani (Rendiconti), Marcello Corselli (Finanza straordinaria, monitoraggio investimenti, fiscalità) e Giovanni Previti (Controllo di regolarità contabile). Secondo la capogruppo del PD capitolino Michela Di Biase, l’attesa ordinanza della sindaca sulla macro-struttura «anziché una rotazione ha prodotto una piccola piroetta sui dirigenti capitolini». Infatti dovevano cambiare incarico e assegnazione la maggior parte dei 200 dirigenti Capitolini «e invece il provvedimento ha interessato solo pochi. Cambiare tutto per non cambiare nulla a cominciare dal responsabile del personale Raffaele Marra, titolare di una responsabilità particolarmente delicata e che influenza l’intera dirigenza capitolina». Eppure, va ricordato, che agli esordi del suo mandato nemmeno Ignazio Marino pensò di dover mettere mano alla struttura apicale del Comune, salvo poi esservi costretto, con rotazioni di scarso impatto, dopo le vicende di Mafia capitale.
L’impressione è invece che le scelte di Marra (approvate dalla Raggi) siano mirate, soprattutto nel settore finanziario del budget capitolino, ad un controllo con poche deleghe alle professionalità del personale dirigente. Senza dimenticare che manca ancora la nomina del capo di gabinetto per chiudere il cerchio di un consolidamento reale del potere della sindaca, che con l’aiuto di Marra, appare molto meno sprovveduta e movimentista di quanto l’opposizione vorrebbe far intendere. Pochi o tanti che siano i cambiamenti il futuro della Raggi si giocherà anche sulla fedeltà della macchina amministrativa (63mila comunales fra burocrati e società partecipate) in gran parte formata sotto le giunte di sinistra e in fase di progressivo declino per le numerose irruzioni della Procura su un sistema rivelatosi diffusamente corrotto. Se poi il controllo accentrato finisca per rigenerare questa macchina sarà tutto da dimostrare.
Giuliano Longo