Holding Civitavecchia Servizi, la versione di Riccetti

«È gravissimo che sia stato negato l'acceso agli atti. Ci chiediamo cosa ci sia sotto»

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di MARTA ALOISI

Tante parole, tante accuse. A fare ora il punto sulla vicenda della Holding Civitavecchia Servizi e sul divieto di accesso agli atti relativi ai costi di gestione della multiservizi è proprio la presidente del consiglio Alessandra Riccetti che, con i consiglieri comunali Stella, Grasso e Piendibene, si era scontrata contro il muro rappresentato dal liquidatore Carlo Micchi.

Presidente Riccetti facciamo il punto della situazione sulla vicenda della Hcs anche a fronte della richiesta di accesso agli atti negata.
Sono state dette tante cose e spesso non corrette. Il consigliere comunale è un pubblico ufficiale, esercita un mandato che è un servizio pubblico e interromperlo è un reato penale. L’unica limitazione che ha è quella nel numero di copie che può richiedere e che in quel caso necessita di un percorso che passa attraverso il segretario generale. Per tutti gli altri casi la richiesta deve essere accolta senza nessuna possibilità di rifiutarsi e senza intermediari.

Quale percorso si apre ora, dopo il divieto di accesso a quella documentazione?
In primis noi abbiamo scritto alla commissione di accesso agli atti della presidenza del Consiglio dei ministri per denunciare il fatto. Il tutto poi, vista anche la presenza dei carabinieri, è stato denunciato in flagranza di reato e si procederà d’ufficio. Voglio sottolineare come la Hcs sia una srl il cui socio unico è il Comune, il che significa che sono i cittadini e l’espressione dei cittadini sono i consiglieri comunali e io rappresento il Consiglio, quindi rappresento la città. C’era la città a chiedere di sapere come i propri soldi vengono spesi, soprattutto nelle partecipate che sono nota dolente visto che i debiti aumentano in maniera esponenziale.

Come commenta le dichiarazioni del consigliere Pucci che ha definito ridicola la richiesta di accesso agli atti?
Rispedisco qualsiasi dichiarazione al mittente. Nel momento in cui il liquidatore, che è una persona nominata, dice a me, che sono una carica eletta, che non sono una figura pertinente, nella richiesta di visionare dei documenti di una società dei cittadini è ovvio che ogni commento è senza senso. Quello che è successo è gravissimo e non finirà qui. Quello che a questo punto in molti ci chiediamo è perché abbia voluto negare la visione delle carte.

Parliamo della richiesta di dimissioni giunta dalla maggioranza del Movimento 5 Stelle di cui anche lei fa parte.
Io combatto per i valori del M5S, affinché i cittadini si riapproprino di quello che è loro, dei loro diritti, della trasparenza e la compartecipazione e cosa ottengo? Una mia sfiducia? Io non mi fermo e dai cittadini sto ricevendo anche moltissimi attestati di stima dai cittadini segnale che sto lavorando bene e seguendo i principi del Movimento.

L’articolo in versione integrale sul Giornale della Provincia di domenica 13 novembre 2016

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