Qualcuno lo ha definito il ‘salva Raggi’. Parliamo del provvidenziale ‘Codice di comportamento del Movimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento dei suoi amministratori in vicende giudiziarie’ riportato con grande enfasi sul sul blog Beppe Grillo. Il Movimento cerca de dasse na regolata in caso del coinvolgimento di un proprio eletto in vicende giudiziarie, e tenta di mettere una pezza e evitare le polemiche del passato su provvedimenti diversi a seconda della persona coinvolta, come nel caso di Pizzarotti sindaco di Parma.
Lo fa con questo Codice pubblicato sul blog di Grillo. Una delle direttive specifica che la ricezione, da parte del portavoce di un avviso di garanzia “non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti”. Quindi nessun provvedimento in automatico di espulsione o sospensione. E’ sufficiente che l’indagato abbia informato “immediatamente e senza indugio il gestore del sito” di Casaleggio junior sul suo coinvolgimento in un procedimento penale. A giudicare e prendere provvedimenti saranno il Garante del Movimento 5 Stelle, cioè Beppe Grillo, il Collegio dei Probiviri e il Comitato d’appello che avranno comunque ampia discrezionalità. Il loro giudizio avrà valore al di là dell’iter giudiziario, visto che “valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale” e possono sanzionare l’indagato “a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale”. Viene così introdotto il concetto di auto-sospensione, a cui l’indagato può ricorrere “senza che ciò implichi di per sé alcuna ammissione di colpa o di responsabilità”.
Il regolamento verrà votato dagli attivisti per la ratifica a partire dalle 10 del 3 gennaio, ma già fioccano i commenti sul web. C’è chi plaude all’iniziativa e chi ne sottolinea aspetti poco chiari, come l’obbligo di dover riferire del procedimento penale al “gestore del sito” e non a una struttura definita all’interno del movimento. .A ben vedere si tratta una sorta di via di uscita indolore per i grillini coinvolti da indagini, arresti, dimissioni di assessori e di altre figure chiave incorsi in gravi errori politici e amministrativi. Una sorta di percorso garantista che mette in sicurezza i propri eletti quando la loro inadeguatezza provoca situazioni imbarazzanti come nel caso della sindaca Virginia Raggi. Ma alla fine della fiera chi decide veramente sulla applicazione di questo codice? In primis il signor Grillo supportato dall’onnipotente Direttorio da lui governato. «Lasciatemi indovinare: è arrivato il primo avviso di garanzia della sindaca di Roma?» E’ il sarcastico commento Web di un iscritto il quale non accetta la regola per la quale ricevere un avviso di garanzia non comporta automaticamente la sospensione o l’espulsione dal Movimento. Ma fra il popolo grillino c’è anche chi scrive «Ok probiviri e garante, ma dove è finita la democrazia diretta e la consultazione degli iscritti?» Un altro attacca «ma vi rendete conto che razza di democrazia è questa? Alla fine decide Grillo, o il voto su un sito gestito dallo stesso. Onestamente vi siete bevuti il cervello.»
Un altro attivista punta il dito contro la «deriva autoritaria del Movimento che prende forma. Da Movimento del popolo al Movimento di Uno…. che schifo. Siete diventati di destra, estremisti razzisti e detentori di una verità che, toh guarda caso, cambia in funzione delle circostanze. Negare la vostra follia è il sintomo primo della vostra psicolabilità. Caro Grillo torna a fare il comico. Di dittatore ne abbiamo già avuto uno nella storia e ci è bastato.» E pensare che un semplice avviso di garanzia è stato sufficiente per distruggere le carriere di molti esponenti politici e amministratori per i quali Grillo invocava plaudente il ‘tintinnar di manette’. In sintonia con quel Marco Travaglio dal quale i cultori della materia attendono il prossimo e ispirato commento sul Fatto Quotidiano . Giusto per sapere se è d’accordo o no con il comico. Fra chi calca i palcoscenici generalmente ci si intende.