Raggi copia Marino e rilancia il bonus multe. Ma le associazioni frenano

Stipendi più alti per i vigili che fanno più verbali agli automobilisti. Contrarie Federconsumatori Lazio e Konsumer Italia

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L’idea non è nuovissima: cercare di far cassa attraverso un aumento di multe indotto dall’introduzione di un salario accessorio dei vigili legato alla produttività. In sostanza, più verbali eleveranno i pizzardoni, maggiore sarà il loro stipendio. Una proposta, questa del cosiddetto “bonus multe“, lanciata da Ignazio Marino, accantonata dal prefetto Tronca e riproposta, ora, dalla sindaca Virginia Raggi. Ma che non convince le associazioni dei consumatori.

PERICOLO ACCANIMENTO

“Si tratta di una manovra sconsiderata – fa sapere la Federconsumatori Lazio –, che vuol far ricadere sui cittadini l’incapacità di gestione del personale di polizia da parte della pubblica amministrazione. Un provvedimento dannoso e poco corretto messo in campo per far fronte ai tagli agli stipendi dei vigili della capitale e all’assenteismo dilagante nel corpo di polizia locale. Questi incentivi potrebbero indurre alcuni vigili a incrementare il numero delle multe, con un pericoloso accanimento nella severa e cieca applicazione del codice della strada, al solo fine di ottenere un maggior guadagno”. “Già oggi la situazione è nettamente a sfavore del cittadino e sono moltissimi i casi di contestazione – spiegano dall’associazione –. L’asimmetria dei rapporti con la pubblica amministrazione è evidente: il verbale è un atto pubblico facente prova fino a querela di falso. Oggi il cittadino per far valere le proprie ragioni deve contestare il verbale a proprie spese e questo provvedimento intaserebbe drasticamente il sistema giudiziario di ricorso e contestazione”.

DIFFICILE CONTROLLARE LA VERIDICITÀ DELLE CONTRAVVENZIONI

Posizione cui fa eco quella della Konsumer Italia. “Possibile che nessuno trovi mai una via diversa alla soluzione dei problemi che non sia scaricare il malfunzionamento della pubblica
amministrazione sulle spalle dei cittadini?” È il commento indignato il presidente dell’associazione Fabrizio Premuti. “La novità – spiega – dovrebbe servire a ‘misurare’ la qualità delle prestazioni dei vigili urbani. Invece di istigare la polizia locale alla multa selvaggia perché la Giunta di Roma non si preoccupa di contrastarne l’assenteismo e
mettere finalmente mano alle mille carenze della struttura? Non possono essere certo i consumatori a compensare i tagli sugli stipendi dei vigili! Sanzionare il cittadino che commette un’infrazione stradale dovrebbe essere un momento di educazione e formazione che aumenta e rafforza la prevenzione, un atto istituzionale per il quale una comunità si dota dei corpi di polizia locale e non un costante trabocchetto rafforzato da incivili incentivi”. ”Senza contare – conclude il presidente di Konsumer Italia – che controllare la veridicità delle contravvenzioni emesse, certamente in netto aumento dopo un provvedimento del genere, sarebbe più difficile che mai ed aumenterebbe in maniera
esponenziale il numero dei contenziosi”.

LA PRECISAZIONE DEL CAMPIDOGLIO

Le polemiche sollevate dalla stampa e dalle associaioni dei consumatori hanno indotto il Campidoglio a dare ulteriori ragguagli sul provvedimento, precisando che “l’ipotesi di un cosiddetto ‘bonus multe’, ossia un ‘premio’ per gli agenti della polizia locale legato al numero di sanzioni relative alle infrazioni rilevate, non è attualmente all’esame dell’amministrazione capitolina”. Il Comune ha però aggiunto che “sarà invece all’esame, unitamente alle organizzazioni sindacali, nell’opportuna sede del tavolo di contrattazione, apertosi ufficialmente nella giornata di ieri, un metodo che consenta di ricollegare le premialità all’effettiva produttività”. A cosa intenda, dunque, riferirsi il Campidoglio col termine “produttività” in relazione all’operato dei vigili, resta al momento un mistero.

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