Mafia Capitale, Coratti in tribunale: «Mai preso soldi»

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Mirko Coratti era stato arrestato nel giugno del 2015 insieme ad altri esponenti anche del Pd. Successivamente scarcerato e oggi soggetto solo all’obbligo di firma   si è presentato nell’aula bunker di Rebibbia,dove si celebra il processo per mafia capitale,  per proclamare la sua innocenza. Lui, 42 anni, romano di Montesacro, nella politica capitolina c’era entrato dall’età di 24 anni ed  era stato tra i più votati nel Pd alle Comunali del 2013 con la vittoria di Ignazio Marino.

Secondo l’accusa sarebbe stato a libro paga di Buzzi che gli avrebbe concesso 10mila euro solo per avere un contato con lui.  «Me so’ comprato Coratti, gioca con noi» annunciò al telefono, ma poi, in altre telefonate intercettate, Buzzi disse di averlo ribattezzato “Balotelli”, perché Coratti non faceva “gioco di squadra” e, come scritto nell’ordinanza che lo portò in carcere , aveva «pretese continue, tra cui l’assunzione di persone.»

Oggi, uscito distrutto da questa vicenda giudiziaria anche come ci confermano fonti a lui vicine ai giudici dice: «Sono stato per anni nelle istituzioni, credo nelle istituzioni e voi rappresentate le istituzioni. Non ho mai rilasciato interviste esterne, per questo oggi è un giorno importante per me. Sono qui per gridare la mia innocenza davanti a questo Tribunale.» Stando al capo di imputazione, Coratti avrebbe posto in essere una serie di atti contrari ai doveri del suo ufficio, in concorso con Franco Figurelli, appartenente alla sua segreteria, facilitando, tra l’altro, «l’aggiudicazione di gare indette da Ama a soggetti economici del gruppo di Buzzi.»

Inoltre si sarebbe dato da fare per il riconoscimento di debiti fuori bilancio approvati con delibera dell’assemblea capitolina il 30 ottobre del 2014. Riconoscimento che avrebbe favorito le coop sociali di Buzzi, in cambio quest’ultimo avrebbe promesso ed erogato denaro e altre utilità a contenuto patrimoniale. Ma sollecitato dalle domande del suo avvocato Coratti precisa che «il presidente (del consiglio capitolino) non ha nessun potere di aggiudicazione di una gara e mai mi sono attivato per aggiudicazione di gara Ama.» Quando gli vengono  chiesti chiarimenti  sulla approvazione dei debiti fuori bilancio che avrebbero diruto favorire le coop di Buzzi,  risponde: «l’attuale giunta (Raggi ndr) il 29 dicembre ha approvato una serie di debiti fuori Bilancio. La proposta numero 63 poi diventata delibera 61 dell’attuale giunta, ha approvato debiti a cooperative sociali tra cui la 29Giugno. Quel voto è semplicemente la copia della delibera del 30 ottobre 2014 per cui oggi io sono qui.»

E’ evidentemente, a giudizio dell’imputato,  che il presidente dell’assemblea capitolina «firma debiti fuori bilancio in base a quanto stabilito dalla giunta e non ha quindi responsabilità.» Al di là del caso specifico che riguarda l’ex presidente dell’Assemblea, è noto che tutte le coop si attivavano in quegli anni, e anche ora a quanto pare, per la riscossione di quei crediti che tutte le coop ( di qualunque colore) vantavano nei confronti del Campidoglio. Di qui il sospetto di pressioni illecite le quali più che criminose potrebbero venir configurate come lobbistiche.

Per quanto riguarda la presunta promessa di 150mila euro, l’erogazione di una somma di altri 10mila a beneficio dell’associazione Rigenera e  l’assunzione presso la cooperativa ’29 Giugno’  di una persona da lui indicata Coratti e’ categorico: «Non ho avuto alcuna promessa di denaro, nè ricevuto alcun centesimo da Buzzi. E il finanziamento a Rigenera è stato regolarmente denunciato e iscritto in bilancio. Non ho mai saputo di un bonifico da parte della ’29 Giugno»

Poi ha spiegato al tribunale di aver incontrato Buzzi non più di  6-7 volte. «Per me lui non rappresentava la 29 Giugno bensì la categoria (delle coop sociali ndr)» Ha aggiunto negando di aver esercitato alcun tipo di pressione su Buzzi per l’assunzione di Ilenia Silvestri. «Ricordo che venne da me il patrigno, mi disse se riuscivo ad aiutarlo, trovando una sistemazione lavorativa per la figlia. Gli dissi di parlare con la mia segreteria, ma non sapevo che questa cortesia fu poi richiesta a Buzzi.»

Intanto il maxiprocesso prosegue con l’escussione dei testi, fra i quali Carminati che dovrebbe testimoniare a marzo. Il che fa supporre che la sentenza potrebbe venir emessa non prima della tarda estate.

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