Mentre il vice presidente della Camera e candidato premier in pectore, il pentastellato Luigi Di Maio, consegna al presidente dell’ordine la lista di proscrizione dei giornalisti ostili a Virginia Raggi, un assessore del calibro di Berdini si confida oggi sul quotidiano La Stampa di Torino. Confidenze a dir poco sconcertanti che vanno ben oltre i cosiddetti retroscena dei giornalisti, ma danno una immagine di una Virginia “depensante” come già l’avrebbe l’avrebbe definita Grillo in una telefonata con il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Ma veniamo alle perle inanellate da Berdini che il giornalista definisce «uomo difficile da incasellare».
Di certo anarchico, nel suo approccio con il Movimento 5 stelle: quasi esterno alla giunta grillina, libero dalle briglie nel dire sempre ciò che pensa. Ebbene “il difficile” sente «il bisogno di sfogarsi» perchè non si spiega come si sia arrivati a questo punto. «Non lo so, è stato fatto un errore dopo l’altro» con riferimento alla nomina di Raffaele Marra e oggi anche per quella di Romeo che verrà interrogato in Procura. Sulla famose polizze vita che Romeo ha stipulato a favore di Virginia Raggi, Berdini è preoccupato perché «se è uscita questa cosa su L’Espresso, fra qualche giorno magari ne esce un’altra. Non si può dire che sia finita la musica». Ma ancor più preoccupato è per la situazione della capitale :«Trovo la situazione esplosiva, questa città non tiene».
Eppure all’inizio di questa avventura i Cinque stelle gli avevano chiesto aiuto «per affrontare alcune battaglie insieme. Anche per questo non ho fatto gli esami con il direttorio. L’unico assessore, credo, ad essere entrato di diritto, ma non mi aspettavo tutto questo». E a questo punto arriva l’affermazione più piccante di Berdini il quale parlando di Virginia e Romeo dice «Sono proprio sprovveduti. Questi secondo me erano amanti. L’ho sospettato fin dai primi giorni, ma mi chiedevo: “com’è che c’è questo rapporto?”» Ed impietosamente aggiunge «E poi, questa donna che dice che non sapeva niente, ma a chi la racconti? La sua fortuna è stata che non ci fosse nessun reato. Lei era anche già separata al tempo, e allora dillo! Ma possibile che questa ragazza non debba uscire mai?».
Comunque secondo l’assessore all’urbanistica questi sono fatti irrilevanti e personali, il vero problema è che la Sindaca «su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni. Se vai, per dirne una, a un tavolo pubblico e dici che sei sindaco di Roma, spiazzi tutti. Lei invece…» E aggiunge «Mi dispiace. Mi dispiace molto». Poi dice la sua anche sul recente interrogatorio della Raggi che è durato ben otto ore: «anche lì c’è qualcosa che non mi torna» .Ma, ahimè, Virginia non si fida delle persone giuste come lui, anzi «si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io glie l’ho detto: “sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma. E invece s’è messa vicino una banda».
Che se così la pensa il professor Berdini non si capisce perché non dia le dimissioni e ritorni ai suoi amati studi….o forse ci sta già pensando.
LA SMENTITA
Una smentita che in effetti non è tale perché l’assessore Paolo Berdini tramite agenzie diffonde la sua versione con una telefonata a Rai News 24 dichiarando di non aver mai rilasciato un’intervista al quotidiano la Stampa in cui tra l’altro si definisce ‘impreparata’ la sindaca Virginia Raggi. «Stavo parlando con due amici e il giornalista, questo piccolo mascalzone, ha carpito alcune frasi – ha detto Berdini – Sindaca impreparata? Tutti noi della Giunta siamo impreparati, anche io mi ci metto, l’avevo già detto. Non immaginavo il baratro che ho trovato: la città è messa in ginocchio». Nel titolo dell’articolo si attribuisce a Berdini la frase (Raggi) si è circondata di una corte dei miracoli’ in relazione a Raffaele Marra e a Salvatore Romeo e si definisce ‘sfogo’ quello dell’urbanista. «Non ho mai detto queste cose – ha risposto Berdini – Non mi fate scendere nello scantinato in cui è sceso questo poveretto». Ma le sue convinzioni sia pur carpite dal ‘piccolo mascalzone’ potrebbero avere anche un certo fondamento.
G.L.