“Ci vogliono eventi straordinari”. Con quattro parole Giampaolo Letta, vicepresidente di Unindustria con delega al Turismo e all’Industria creativa, sintetizza la sua idea per far ripartire la Capitale in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. E come per Milano l’Expo e’ “stata occasione di crescita, sviluppo e ammodernamento della citta’”, cosi’ il rilancio di Roma potrebbe arrivare dalla rinascita del turismo congressuale.
Con un ‘Convention bureau’ che l’Unione degli industriali intende realizzare nei prossimi mesi, del quale Letta (figlio di Gianni Letta, ex direttore de Il Tempo ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Berlusconi) si sta occupando personalmente: un ‘front office’ costituito da Unindustria, Federalberghi, Confesercenti e Federcongressi, le quattro maggiori forze del settore, che si occupera’ a tempo pieno di attirare da tutto il mondo congressi e congressisti nella nostra citta’. “Abbiamo individuato- spiega- nell’area turismo, la possibilita’ di sviluppare in modo significativo quello congressuale, portandolo ad essere un settore dove investire, creare posti di lavoro, assicurare crescita e sviluppo a beneficio di tutti i cittadini. Roma deve diventare una meta imprescindibile per questo tipo di turisti”. Secondo i numeri oggi Roma nella classifica mondiale e’ al 17esimo posto: l’intento e’ portarla fra le prime dieci mete come altre capitali europee, da Parigi, a Londra o Barcellona.
Inoltre “le industrie creative, culturali e turistiche sono strategiche per l’economia italiana ed in particolare per il nostro territorio: a livello nazionale l’aggregato di questi tre settori vale 200 miliardi di euro”, spiega il vicepresidente di Unindustria. Sono 40.000 nel Lazio le imprese legate al turismo, 1.800 nella filiera dei beni culturali e piu’ di 7.000 legate alla creativita’, che comprende l’audiovisivo, la moda, il design, la comunicazione e l’editoria, mentre gli addetti superano le 250.000 unita’. E la centralita’ di Roma nel settore turistico e’ evidente con 6,9 miliardi di spesa incoming (5,8 Lombardia, 4,8 Veneto, 4,4 Toscana) e pluralita’ di offerte che nessun altro territorio puo’ vantare: dai monumenti alla religione, dal mare ai monti alle terme, alle crociere e all’enogastronomia.