Finite la sceneggiate il problema rimane. Lì tutto, ben visibile con i cassonetti appena svuotati e ancora stracolmi e una città ostaggio della monnezza, magari un po’ ripulita entro le Mura Aureliane, ma ancora presente nelle aree più periferiche. Riposte le magliette gialle dei mille volontari Pd che sui social network si sono sbizzarriti con decine di foto e selfie, finito l’iper attivismo di netturbini e mezzi meccanici (probabilmente pagati in straordinari) che nella notte di venerdì e sabato si sono messi a spazzare come matti anche per giustificare un contratto di lavoro che li obbliga a meno di sei ore giornaliere , terminata la kermesse mediatica che ha impegnato fior di articolisti e corrispondenti sui territori, cala il sipario, ma il problema resta, marcescente e indecoroso sotto gli occhi dei cittadini rassegnati.
Gli impianti sono in lup, l’inceneritore di Colleferro è in manutenzione e pare occorrano 50 milioni per rimetterlo in sesto anche se il Campidoglio, socio della struttura, da quest’orecchio non ci sente. Grillo “delira” e parla di Barcellona che però ha una discaricona e due termovalorizzatori di grande potenza combustiva, Zingaretti ringrazia, poco convinto, i canarini volontari, i grillini preconizzano la soluzione del problema con una differenziata monstre entro il 2021 e chiedono permessi per mandare altra spazzatura all’estero in attesa del mirabolante piano dell’assessore Pinuccia Montanari ecc. ecc.
Tutti li a guardare più ai voti che ai bisogni dei cittadini e a tirarsela l’un altro nella gara a chi deve fare la figura più merdosa. Comune o Regione? La Regione dice che il piano per decidere gli impianti c’è ma li deve realizzare la Raggi con una discarica di servizio per i rifugi trattati, i Cinquestelle, scesi anche loro in pochi a pulire qualche scampolo di città, dicono che il piano manca. Il Governo dice che ci vogliono più impianti di trattamento e smaltimento fra cui un altro termovalorizzatore, ma Zingaretti e la Raggi, uniti nella lotta, dicono che non serve. I Comuni di una fantomatica Città Metropolitana protestano e giurano che la monnezza romana sui loro territori non ce la vogliono proprio. Ebbasta, piantatela lì!
Questo non vuol dire che i problemi non siano complessi, almeno fino a quando la politica del consenso non li inquina ulteriormente. E allora? Una volta tanto e malincuore, tocca dar ragion a Berlusconi che oggi sul Giornale di Sallusti esternava «invece di accusarsi a vicenda, e di fare propaganda, farebbero bene a prendere provvedimenti, se ne sono capaci, a dare le dimissioni se non ne sono in grado.» Ma soprattutto ricordava che il suo Governo nel 2008, risolse l’emergenza rifiuti di Napoli e della Campania. «Il degrado della Capitale – fa notare l’ex premier – è un danno di immagine ancora più grave e mette anche in pericolo la salute dei cittadini. Se Regione e Comune sono paralizzati, spetterebbe al Governo intervenire, come abbiamo fatto noi. Renzi rifletta su questo, prima di far impugnare una scopa a favore di telecamere.»
Nel nostro piccolo ci duole convenire che di fronte ad una emergenza che potrebbe peggiorare nei mesi estivi occorre che il Governo Gentiloni, in questo caso, intervenga almeno ‘minacciando’ il commissariamento.
Giuliano Longo